Danone, addio ai Tuc La divisione biscotti alla Kraft per 5 miliardi

Il colosso Usa infrange il protezionismo francese

Danone, addio ai Tuc La divisione biscotti alla Kraft per 5 miliardi

da Milano

Hanno scandito la vita di intere generazioni di francesi: ora i biscotti Tuc, Lu e Prince stanno per cambiare bandiera, passando dal bianco-rosso-blu alle stelle e strisce. Il gruppo Danone è infatti in trattative esclusive per la vendita della divisione biscotti - di cui fa parte anche la storica azienda italiana Saiwa - alla Kraft Foods per 5,3 miliardi di euro in contanti, un’offerta superiore alle attese, che ipotizzavano una «forchetta» tra i 3,5 e i 4 miliardi. L’accordo definitivo è atteso nell’ultimo trimestre del 2007: secondo le intese preliminari, Kraft si è impegnata a non chiudere stabilimenti in Francia per almeno tre anni dalla chiusura della transazione e a mantenere nell’immediato futuro la sede principale della società nella regione parigina. D’altra parte, Danone era già stato individuato dal Senato francese come uno dei «campioni» nazionali esposti a scalate ostili, in base a un rapporto della Ernst&Young.
A Parigi il titolo, sospeso prima dell’annuncio dei negoziati esclusivi con Kraft, ha poi preso il volo, chiudendo in rialzo dell’1,1%. Mentre a Wall Street, a metà seduta, Kraft Foods scendeva dell’1,75% a 34,91 dollari.
Il colosso americano potrebbe dunque riuscire là dove è fallita Pepsi Co, che un paio d’anni fa ha valutato a lungo l’ipotesi di acquistare il gruppo francese scontrandosi però con la barriera protezionistica eretta dal governo transalpino. D’altra parte, Danone, numero due al mondo dei biscotti, mira a uscire dal settore che lo scorso anno ha segnato ricavi in calo per concentrarsi sulle bevande e i prodotti derivati dal latte, ad alto valore aggiunto. In una conferenza stampa, il presidente e ad, Franck Riboud, ha dichiarato che la società potrebbe investire in nuovi prodotti o in nuovi mercati.
Da parte sua, Kraft - che ha tra i marchi più conosciuti dai consumatori italiani i cracker Ritz, acquistati l’anno scorso dalla rivale britannica United Biscuits - ha detto che per trovare le risorse necessarie all’acquisizione non ha bisogno di vedere asset: continuerà, tuttavia, a guardare al proprio portafoglio per decidere nei tempi dovuti di cedere attività che non soddisfano gli obiettivi di crescita di lungo termine.


In particolare, gli analisti scommettono sulla vendita di asset come Post, nei cereali, e Maxwell House, nel caffè: un’operazione caldeggiata da diversi azionisti della società di Northfeld (Illinois), guidati dal miliardario Nelson Pelz, che possiede il 3% del capitale.

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