Almeno quattro mesi di stop significano un probabile addio all'Europeo. Secondo la stampa spagnola è questo l'amaro responso per David Villa, l'attaccante del Barcellona che si è fratturato la tibia sinistra durante la semifinale del Mondiale per club, vinta 4-0 dai catalani sui qatarioti dell'Al-Sadd. L'incidente, al minuto 39 del primo tempo, ha avuto una dinamica particolare: Villa non ha subito falli, ma si è fratturato da solo, mentre inseguiva un pallone tra due avversari. Il giocatore, secondo Marca, aveva dolore alla tibia già da metà ottobre. «Nel caso di Villa - spiega l'esperto - potrebbe essersi trattato di una frattura da stress o patologica. Il primo tipo di frattura è abbastanza frequente tra i calciatori, che sono soliti andare incontro a frequenti traumi contusivi. Tali traumi possono quindi creare delle piccole «crepe» nell'osso, in questo caso la tibia, che sotto sforzo possono dare luogo a vere e proprie fratture anche in assenza di un nuovo evento traumatico».
La frattura da stress, in pratica, precisa Rossetti, «è causata da un ripetuto trauma nella stessa localizzazione che, nel tempo, finisce per alterare la struttura dell'osso fino a causarne la rottura». L'altra ipotesi è che il giocatore possa aver subito una frattura patologica: «Ciò significa - afferma Rossetti - che Villa potrebbe, ad esempio, aver avuto una cisti ossea di cui non era a conoscenza e che ha portato, nel corso del tempo, ad un indebolimento della struttura della tibia».
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