La marina italiana ha onorato Lanzerotto Malocello, intitolandogli l'esploratore leggero, costruito nei Cantieri Ansaldo di Sestri Ponente, ed entrato in servizio nel 1930. L'attività di questa nave è stata intensa e movimentata, almeno quanto l'impresa storica del navigatore varazzino. Ottenuta la bandiera di combattimento a Genova nel dicembre 1931, partecipò alla crociera atlantica in appoggio alla trasvolata di Italo Balbo. Durante la guerra civile spagnola, condusse varie operazioni di appoggio navale tra il 1936 e il 1939, subì quindi varie trasformazioni allo scafo e alla prua, che lo elevarono al rango di cacciatorpediniere, assegnato nel marzo 1940 ad una squadriglia alle dipendenze dalla quarta divisione incrociatori della seconda squadra navale. Il Lanzerotto Malocello disponeva di 6 cannoni da 120 mm, pezzi da 40 mm, 4 mitragliere, 6 tubi lanciasiluri e mine. Durante la seconda guerra mondiale, fu coinvolto nella battaglia di Punta Stilo e svolse in seguito molte missioni di scorta ai convogli mercantili e di posa mine. Nel giugno 1942, partecipò alla battaglia di Pantelleria attaccando mercantili inglesi, insieme con il Vivaldi, che fu gravemente danneggiato dai cacciatorpediniere avversari. Il Lanzerotto Malocello protesse con una cortina di fumo l'unità gemella e colpì due navi. Fu bersagliato da intenso fuoco senza subire danni e resistette finché gli inglesi si allontanarono. Per quest'azione, lo stendardo dell'unità fu decorato con medaglia d'argento al valor militare. Subì quindi nuove modifiche e fu dotato di radar di fabbricazione tedesca, caso unico tra le unità della sua classe, rientrando in servizio nel gennaio 1943. La guerra aveva preso una brutta piega e italiani e tedeschi, ripetutamente sconfitti in Nord Africa, avevano bisogno di continui rinforzi. Il cacciatorpediniere, con altre unità, percorse più volte la cosiddetta «rotta della morte» tra la costa italiana e Tunisi, un settore pesantemente minato, scortando convogli e trasportando truppe.
Il 24 marzo 1943, la nave urtò una mina a poche miglia dalla penisola tunisina di Capo Bon e si rovesciò spezzandosi in due tronconi. Morirono gran parte dei 173 uomini dell'equipaggio e centinaia di soldati tedeschi che stava trasportando. Era giunta la fine, dopo 149 missioni di guerra e quasi quattromila ore di navigazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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