Milano - Hanno capito che quei quadri non li avrebbero piazzati da nessuna parte e li hanno abbandonati in un parco, dove sono stati ritrovati ieri mattina. È la conferma che le indagini sull’aggressione al medico morto durante una rapina in casa, stanno mettendo in difficoltà i delinquenti ora alla ricerca di eliminare qualsiasi legame con l’omicidio. Indagini che proseguono sia sondando il mondo della malavita sia sentendo le persone collegate alla famiglia in cerca del basista. Tra queste la colf moldava, interrogata nuovamente e a lungo ieri pomeriggio.
Marzio Colturani, ginecologo di 64 anni, è morto nella notte tra lunedì e martedì, soffocato dal nastro da pacchi con cui era stata imbavagliato durante l’aggressione nel suo appartamento in centro a Milano. Insieme a lui picchiato, legato e imbavagliato anche il figlio Luca, 30 anni. Il ragazzo si è liberato dopo quasi un’ora scoprendo il padre ormai agonizzante. I banditi, fuggiti con quadri e gioielli, erano entrati senza forzare la porta. Dunque hanno avuto un basista che forse ha fornito loro le chiavi. Anche se Luca ricorda perfettamente di aver lasciato la sua nella serratura prima di coricarsi. In tal caso i malviventi potrebbero aver usato un marchingegno, molto diffuso tra i topi d’appartamento, per far girare la chiave dall’esterno.
Ma risposte certe su come i banditi siano entrati, arriveranno dagli accertamenti tecnici che i carabinieri stanno effettuando. Insieme alle tradizionali indagini che hanno messo sotto pressioni il mondo della malavita, topi d’appartamento e ricettatori, e costretto così i malviventi a sbarazzarsi della parte del bottino più difficile da smerciare. Ieri poco dopo le 11.30 infatti un passante ha notato nel parco della Giretta, un vasta area verde a Settimo Milanese, una quindicina di chilometri a ovest di Milano, otto quadri ammonticchiati alla rinfusa e ha subito chiamato i carabinieri. In breve si è capito che si trattava proprio delle tele trafugate in casa Colturani. I figli le hanno riconosciute anche se di una non avevano ancora scoperto la scomparsa, mentre viceversa ne mancherebbe ancora una.
Contraddizioni determinate dal fatto che i ragazzi non hanno ancora potuto effettuare un inventario preciso. Gli investigatori hanno accertato che nonostante attorno ci siano diversi condomini, nessuno ha visto nulla. I quadri sarebbe stati buttati l’altra notte attraverso la recinzione: mercoledì verso le 19 infatti un pensionato che funge da custode volontario ha fatto il giro del parco senza notare nulla. Le tele sono state gettate senza tanti complimenti, molte hanno i vetri rotti, una la cornice spaccata. Data l’umidità non è stato possibile rilevare le impronte digitali, per cui i quadri verranno mandati al Ris di Parma per più accurate ricerche. Anche se non ci sono molto speranze: in casa Colturani i banditi avevano usato guanti in lattice.
Da accertare anche chi abbia indirizzato, magari inconsapevolmente, i banditi verso la casa del ginecologo. I malviventi si sono mossi come sapessero alla perfezione cosa trovare e dove. Infatti si sono fatti consegnare dal medico le chiavi della cassaforte nascosta in un armadio, da dove hanno prelevato i preziosi gioielli antichi della moglie Susanna Copperi, morta tre anni fa. Prima tra tutti Tatiana, la colf moldava di 23 anni, sentita subito dopo il colpo e nuovamente convocata ieri e interrogata per otto ore.
Accertato che non aveva le chiavi (le erano state rubate qualche mese prima, poi era stata cambiata la serratura e lei non aveva mai più avuto una copia) potrebbe aver rivelato inavvertitamente particolari importanti a qualche conoscente che avrebbe poi organizzato il colpo. Ma dalla ragazza non sarebbero ancora emersi indicazioni utili alle indagini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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