Delitto nei vicoli: meno pesanti le accuse contro il marocchino

Il capo della squadra mobile, Sanfilippo, considera il giovane estraneo all’omicidio

Piero Pizzillo

Omicidio dei vicoli. Si allegerisce la posizione processuale del diciassettenne marocchino, indagato di omicidio volontario, al pari dell’ex fidanzato Luca Delfino, per l’uccisione della istruttrice di fitness Luciana Biggi, avvenuta alle due circa di venerdì scorso in vico San Bernardo, nel centro storico. Quanto detto sopra scaturisce dalle dichiarazione fatte nella tarda mattinata di ieri alle agenzie di stampa e, più specificatamente all’Ansa, dal capo della squadra mobile Claudio Sanfilippo. Il vice questore ha dichiarato: «Il giovane marocchino è indagato per un fatto tecnico, ma non c’entra assolutamente in questo delitto. É stata la prima persona a essere indagata, ancor prima che la donna fosse identificata, perchè indossava un giubbotto di jeans sporco di sangue, ma gli accertamenti hanno dimostrato che il sangue è il suo e i riscontri sulle sue dichiarazioni lo scagionano». L’agenzia al pari delle consorelle Adnkronos e Agi titolava: «Scagionato il marocchino». Sanfilippo, primo dirigente di polizia, un glorioso passato di sceriffo nella questura di Palermo, quando capo della squadra catturandi fece scattare la manette ai polsi del boss mafioso Giovanni Brusca, è convinto della estraneità del magrebino all’assassinio della Biggi. Senza mettere in discussione le conclusioni del poliziotto, molto proibabilmente vicine al vero (in base a un primo esame delle macchie sospette di sangue, che sarebbero del ragazzo), abbiamo voluto chiedere ieri pomeriggio una conferma al magistrato che conduce l’inchiesta.
«Allo stato - ha detto il sostituto procuratore Enrico Zucca (il pm a cui il serial killer Donato Bilancia ha confessato i 17 omicidi commessi in sei mesi), non si può dire che il giovane indagato è stato scagionato. Perchè solo alle 18 di oggi (ieri per chi legge, ndr) presso i laboratori del servizio polizia scientifica di Roma ha inizio la perizia sul materiale repertato» (ricordiamo che i poliziotti avevano sequestrato nella stessa giornata di venerdì scorso in casa del marocchino, Jeans, giubbotto , maglietta e scarpe indossati il giorno prima del delitto). «Quindi, prosegue il pm, ne riparleremo quando saranno noti i risultati. Solo allora si potrà avere la certezza. Per il momento il giovane resta indagato per omicidio». Dello stesso parere è il difensore, avvocato Fabio Di Salvo, che ha dichiarato: «Mi auguro che il vice questore abbia visto giusto, del resto anch’io sono convinto dell’innocenza del mio assistito. Ma nei procedimenti penali contano le decisioni dei magistrati sulla base dei dati ufficiali, cioè le operazioni peritali, che sono iniziate alle 18, come mi ha confermato il consulente del pm, Roberto Giuffrida».
Per quanto riguarda l’altro indagato, Luca Delfino di 29 anni, anch’egli sottoposto all’esame del Dna, gli uomini della squadra mobile ritengono d’aver raccolto numerosi elementi di colpevolezza. Per la polizia l’ex fidanzato di Luciana resta il maggior indagato. il difensore, avvocato Riccardo Lamonaca , ribatte: «Sono solo indizi che siamo sicuri di smantellare. Faremo una serie di indagini difensive , a cominciare dal sopralluogo, per ricostruire il percorso fatto da Delfino attraverso il groviglio dei carruggi, dal momento in cui ha lasciato la Biggi, sino all’autobus che lo ha riportato a casa.

Inoltre contiamo sulla testimonianza di un giovane che Luca ha incontrato per due volte quella notte, quando era con Luciana, che gli ha dato il suo numero di telefono, e che lo ha visto allontanarsi da solo». Probabilmente il pm interrogherà l’indiziato entro fine settimana, mentre si indaga anche sull’episodio dello scoppio avvenuto in casa della Biggi il 9 aprile.

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