Dieci domande da «girare» a chi ci governa

Caro Granzotto, la ringrazio per le piacevoli serate che, insieme a Cervi e Biazzi Vergani, ci ha fatto passare durante la crociera dei lettori de il Giornale. Non sarebbe inutile un "diario" di quei giorni con la ricostruzione anche delle tante voci ed opinioni avanzate, grazie anche alla vostra bonomia, sulle vicende dell'attuale fase politica e sui suoi protagonisti. Per quanto mi riguarda, riproduco in allegato un decalogo che in quel laboratorio ha trovato spunto e contributi e che è stato presentato al direttore Sallusti in quella occasione. Riprodurlo nel suo Angolo sarebbe per i crocieristi un riconoscimento ed uno stimolo ad offrire contributi concreti.
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Anche se non è che i decaloghi laici mi garbino tanto (mi ricordano La Repubblica e i repubblicones, quindi, capirà...) l’accontento subito, caro Ardizzone. Ma prima lasci che anche in nome di Gian Galeazzo Biazzi Vergani, di Mario Cervi e di Domizia Carafòli sia io a ringraziare lei e le centinaia di lettori e lettrici crocieriste: niente di più bello e appagante che stare assieme a voi, conoscervi meglio e insieme discorrere come fossimo nel salotto di casa. Si diventa amici. E veniamo al decalogo, che sottoscrivo salvo al punto 9. Non capisco infatti perché lei ritenga scorretto che un senatore a vita partecipi attivamente ai lavori del Senato. E che quando a ciò chiamato, voti. E che voti per il partito o lo schieramento che più gli è congeniale. Ignoro perché si sia deciso di attribuire vita natural durante il laticlavio agli ex presidenti o presidenti emeriti che dir si voglia (anche se emerito, nel senso di insigne, qualcuno non fu e non è). Ma come si dice? Cosa fatta capo ha e dunque teniamoceli rispettando, democraticamente sull’attenti, il loro ruolo e dunque il loro voto. E adesso, mano alle virgolette: le cedo la parola.
«Dieci domande al presidente della Repubblica: 1) Sottoporre al vaglio del Parlamento una legittima attività (nomina dei Sottosegretari) non costituisce almeno intralcio all'attività del Primo Ministro, già gravato da terremoti, spazzatura di Napoli, inchieste giudiziarie e sbarchi di migliaia di clandestini a Lampedusa? 2) Non ritiene di indirizzare un invito (messaggio o altro) al Presidente della Camera che, facendo il capopartito a tempo pieno, dovrebbe dismettere la doppia funzione di arbitro e di giocatore? 3) Non ritiene, anche come Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, di promuovere provvedimenti, generali o particolari, contro la spettacolarizzazione della funzione giudiziaria da parte dei magistrati? 4)Non ritiene, sempre come Presidente del C.S.M., di indirizzare un forte richiamo a proposito della registrazione delle telefonate del Presidente del Consiglio dei Ministri, divenute ben presto e definitivamente di dominio pubblico? 5) Non ritiene che esuli dai compiti del Capo dello Stato esortare un partito politico, Il PD una volta PCI, a fare meglio e di più l'opposizione alla maggioranza di governo? 6) Perché ha ricevuto con inusitata tempestività fannulloni, precari e violenti studenti universitari abbondantemente fuori corso che avevano messo a ferro e fuoco le città di Roma e di Milano? 7)Perché non adotta analoga solerzia nei confronti di eroici padri di famiglia che lottano per arrivare alla fine del mese e dei diligenti e silenziosi servitori dello Stato, anche se non fanno casino? 8) Perché non stigmatizza nelle sedi opportune il comportamento di magistrati che per anni hanno dato credibilità a personaggi (cfr.

Ciancimino) palesemente inattendibili? 9) Quando scadrà il Suo mandato presidenziale, accorrerà, da senatore a vita, a votare solertemente per il Suo ex partito di appartenenza per assicurare il Suo voto indispensabile nell’attuale, aspra contesa politica? 10) Ritiene o no che le azioni e le omissioni dei precedenti punti da 1 a 9 presentino almeno profili di “ribaltone” o peggio?”».
Paolo Granzotto

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