Dl femminicidio è legge: c'è il via libera del Senato

Decreto approdato alla vigilia della sua decadenza. Ma è scontro sui tempi di conversione

Il Senato approva il decreto per il contrasto del femminicidio
Il Senato approva il decreto per il contrasto del femminicidio

Nuove aggravanti e nuove misure a tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica. Il decreto sul femminicidio, che oggi è diventato legge con il voto del Senato, non punta solo sulla repressione, ma prevede anche risorse per finanziare un piano d’azione antiviolenza, una rete di case-rifugio e l’estensione del gratuito patrocinio. Il permesso di soggiorno potrà essere poi rilasciato anche alle donne straniere che subiscono violenza. Mentre Pd, Pdl e Scelta civica hanno votato a favore, Sel, grillini e Lega Nord sono usciti dall’Aula non partecipando al voto. Il via libera di Palazzo Madama segue quello incassato alla Camera mercoledì scorso: il decreto sarà legge dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Il decreto sul femminicidio è approdato a Palazzo Madama alla vigilia della sua decadenza. Ed è proprio sui tempi di conversione che è salita la protesta. Il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani ha messo l’accento sulle "intese che la presidenza del Senato dovrebbe adottare con l’altro presidente", alla Camera, sui tempi di trasmissione dei provvedimenti. "Questo mi sembra un caso eclatante - ha aggiunto - Credo che siano pochissimi precedenti di dl pervenuti in seconda lettura alla vigilia della scadenza. In casi successivi valuteremo di caso in caso se ci sono i tempi per approvarlo". Schifani ha posto l’accento sull’omogeneità delle norme contenute nel decreto invitando a "inserire modifiche compatibili con l’impianto e la materia trattata". Più volte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha, infatti, inviato lettere su questo punto. "Il decreto è totalemnte disomogeneo", ha osservato Schifani augurandosi che sia il primo e ultimo espisodio che si verifichi. La risposta del presidente del Senato Pietro Grasso è arrivata a stretto giro. "La presidenza ha mosso tutti i passi necessari perché fosse evitato", ha detto Grasso invitando fare a fare "autocritica e cercare di mandare provvedimenti in tempo utile perchè anche l’altra Camera possa valutarli nei tempi giusti". "Non possiamo non approvare un provvedimento così importante lo faremo turandoci il naso", ha sottolineato il leghista Jonny Crosio prima di lasciare l'Aula. Sulla necessità di omogeneità delle norme era già intervenuta la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro che aveva parlato di cattive prassi da cambiare puntando il dito contro "l’eterogeneità della materia". "La prima commissione non intende più violare l’articolo 77 della Costituzione, i richiami della Consulta e quelli del Capo dello Stato", ha detto la Finocchiarp. Condividendo la bontà delle questioni sollevate, il capogruppo piddì a Palazzo Madama Luigi Zanda ha ricordato l’obbligo morale di approvare una legge che molte donne aspettano da anni. "Siamo davanti all’alternativa di convertire un testo che ci è arrivato il 9 ottobre e scade il 14 malgrado ci siano errori o lasciarlo decadere", ha spiegato il presidente della Commissione Giustizia Francesco Nitto Palma.

Questi i punti principali del testo, nella parte relativa alla tutela delle donne:

Relazione affettiva

È il nuovo parametro su cui tarare aggravanti e misure di prevenzione. Rilevante sotto il profilo penale è da ora in poi la relazione tra due persone a prescindere da convivenza o vincolo matrimoniale (attuale o pregresso)

Nuove aggravanti

Il codice si arricchisce di una nuova aggravante comune applicabile al maltrattamento in famiglia e a tutti i reati di violenza fisica commessi in danno o in presenza di minorenni o in danno di donne incinte. Quanto all’aggravante allo stalking commesso dal coniuge, viene meno la condizione che vi sia separazione legale o divorzio. Aggravanti specifiche, inoltre, sono previste nel caso di violenza sessuale contro donne in gravidanza o commessa dal coniuge (anche separato o divorziato) o da chi sia o sia stato legato da relazione affettiva

Querela a "doppio binario"

Il dilemma tra revocabilità e irrevocabilità della querela nel reato di stalking è sciolto fissando una soglia di rischio: se si è in presenza di gravi minacce ripetute, ad esempio con armi, la querela diventa irrevocabile. Resta revocabile invece negli altri casi, ma la remissione può essere fatta solo in sede processuale davanti all’autorità giudiziaria, e ciò al fine di garantire (non certo di comprimere) la libera determinazione e consapevolezza della vittima.

Ammonimento

Il questore in presenza di percosse o lesioni (considerati "reati sentinella") può ammonire il responsabile aggiungendo anche la sospensione della patente da parte del prefetto. Si estende cioè alla violenza domestica una misura preventiva già prevista per lo stalking. Non sono ammesse segnalazioni anonime, ma è garantita la segretezza delle generalità del segnalante. L’ammonito deve essere informato dal questore sui centri di recupero e servizi sociali disponibili sul territorio

Arresto obbligatorio

In caso di flagranza, l’arresto sarà obbligatorio anche nei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking

Allontanamento urgente da casa

Al di fuori dell’arresto obbligatorio, la polizia giudiziaria se autorizzata dal pm e se ricorre la flagranza di gravi reati (tra cui lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze) può applicare la misura dell'allontanamento con urgenza dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa

Braccialetto elettronico e intercettazioni

Chi è allontanato dalla casa familiare potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico o altri strumenti elettronici. Nel caso di atti persecutori, inoltre, sarà possibile ricorrere alle intercettazioni telefoniche

Obblighi di informazione

A tutela della persona offesa scatta in sede processuale una serie di obblighi di comunicazione in linea con la direttiva europea sulla protezione delle vittime di reato. La persona offesa, ad esempio, dovrà essere informata della facoltà di nomina di un difensore e di tutto ciò che attiene alla applicazione o modifica di misure cautelari o coercitive nei confronti dell’imputato in reati di violenza alla persona.

Immigrate

In analogia a quanto già accade in attuazione di direttive europee per le vittime di tratta, il permesso di soggiorno potrà essere rilasciato anche alle donne straniere che subiscono violenza, lesioni, percosse, maltrattamenti in ambito domestico. Sarà sempre però necessario un parere dell’autorità giudiziaria. I maltrattanti (anche in caso di condanna non definitiva) potranno essere espulsi.

Gratuito patrocinio

A prescindere dal reddito, le vittime di stalking, maltrattamenti in famiglia e mutilazioni genitali femminili potranno essere ammesse al gratuito patrocinio

Processi più rapidi

Nella trattazione dei processi priorità assoluta ai reati di maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, atti sessuali con minori, corruzione di minori e violenza sessuale di gruppo. Si accelerano anche le indagini preliminari, che non potranno mai superare la durata di un anno per i reati di stalking e maltrattamenti in famiglia

Piano antiviolenza

Sul tavolo 10 milioni di euro per azioni di prevenzione, educazione e formazione.

Il Piano, elaborato dal ministro per le Pari opportunità, dovrà tra l’altro promuovere il recupero dei maltrattanti e sensibilizzare i media ad adottare codici di autoregolamentazione per una informazione che rispetti le donne. Ogni anno sarà presentata una relazione in Parlamento

Case-rifugio

Finanziamenti in arrivo anche per i centri antiviolenza e le case-rifugio. Nel 2013 10 milioni di euro, 7 nel 2014 e altri 10 all’anno a partire dal 2015.

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