(...) Di solito quando usa il «noi», intende se stesso. Al massimo parla anche per la Madonna di Lourdes. Stavolta invece la questione si fa più preoccupante. Perché don Paolo Farinella, che il tempo per dichiararsi Marco Travaglio ad honorem lo trova subito, ad accogliere il papa a Genova non ci sarà. Perché ha un altro impegno. Ha un concerto, mica pizza e fichi. Il dubbio, per la verità, se lo è anche posto. E naturalmente ha voluto rendere pubblica la sua scelta con tanto di motivazioni. Una ditata sul tasto di accensione del pc e via, a tutta mail, ha comunicato urbis et orbis la sua domenica alternativa.
«Il concerto - spiega in una nota prima ancora di dire qualcosa in più sul programma - cade nello stesso giorno della visita del Papa. La scelta è puramente casuale e per noi obbligatoria perché dietro un concerto cè lorganizzazione di un anno di lavoro, con persone che provano e studiano. Abbiamo fatto un piccolo sondaggio casalingo per vedere se annullare il concerto del tutto, poiché non è possibile un trasferimento ad altra data». Cosa gli hanno detto i Piepoli dei caruggi? «Abbiamo visto che meno di un terzo degli abitanti di Genova è interessato alla visita del Papa, per cui abbiamo ritenuto di mantenere il programma». Appunto, è una questione di resa, di ritorno di immagine. Stare col Papa che ha un terzo di uditorio o con il resto del mondo che dispone di numeri doppi? Scelta obbligata per un sacerdote. «A Genova il 18 maggio pomeriggio cè spazio per tutti», se ne lava le mani il don che il concerto lo organizza nella chiesa di San Torpete. E spiega che comunque non è solo la forza della democrazia a fargli dire che è meglio la musica. Lo spazio cè «per la visita meteora del Papa, per coloro che ne sono interessati e anche per coloro che nello stesso giorno scelgono una chiesa aperta (a fronte di tutte le altre che sono chiuse) per stare unora in silenzio ad ascoltare una Messa da Requiem del sec. XV, intercalata a canti gregoriani. Il Papa stesso che ama tanto il ritorno al passato, dovrebbe essere contento perché con Ockegem andiamo ancora più indietro del concilio di Trento. Almeno di un secolo. Se il Papa volesse cambiare programma e venire al nostro concerto, saremo lieti di ospitarlo, con una sola richiesta: venga da solo».
Insomma, uno strappo alla regola si può anche fare per il Papa. Limportante è che non si porti dietro quei rompiscatole di fedeli.
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