Doping, per Riccò chiesti 20 mesi

La procura antidoping del Coni ha deferito, con richiesta di squalifica di 20 mesi, il ciclista italiano trovato positivo all'Epo di ultima generazione al Tour de France 2008. Concessa una riduzione di 4 mesi per aver "aiutato l'individuazione di altri soggetti"

Doping, per Riccò chiesti 20 mesi

Roma - La procura antidoping del Coni ha deferito con richiesta di squalifica di 20 mesi Riccardo Riccò, il ciclista italiano trovato positivo all’epo di ultima generazione al Tour de France 2008. Il corridore è stato deferito al tribunale nazionale antidoping del Coni per le positività all’eritropoietina di tipo Mircera, riscontrate in occasione dei controlli disposti durante la corsa a tappe francese dell’8 e 13 luglio. A Riccò, che aveva ammesso l’uso dell’epo davanti alla Procura del Coni il 30 luglio scorso, è stata chiesta una squalifica ridotta (20 mesi) per effetto dell’attenuante concessa in virtù della confessione. L'udienza, con il rito abbreviato, andrà in scena giovedì.

Colpe e attenuanti Nel deferimento del corridore emiliano, prima della positività considerato grande speranza del ciclismo italiano per le corse a tappe, figura anche una violazione dell’articolo 4.6 delle istruzioni operative dell’Ufficio della Procura Antidoping, quello relativo alla "frequentazione di soggetti squalificati o inibiti dall’ordinamento sportivo". La richiesta di squalifica è inferiore di quattro mesi ai canonici due anni, previsti dai regolamenti internazionali per gli atleti non recidivi, "per effetto dell’attenuante concessa" in base alla all’articolo 10.5.3. del Codice Wada, relativo al contributo degli atleti incolpati nell’individuazione di altri soggetti coinvolti in pratiche dopanti.

Il compagno Riccò ha ottenuto un possibile sconto di squalifica facendo il nome di "un suo ex compagno di squadra, licenziato come lui". Lo ha detto ad Apcom l’avvocato difensore del ciclista modenese, Alessandro Sivelli, che nel giorno del deferimento, con richiesta di venti mesi di stop, ha definito "preoccupato" il suo assisito: "Ne ha preso atto - ha spiegato al telefono Sivelli - aspetta e scalpita. Ed è preoccupato, perché l’opinione pubblica, e gli ho detto che è giusto che sia così. è un pò contro di lui. Aveva anche accettato di partecipare a una campagna contro il doping nelle scuole, qui a Modena, ma è stato attaccato. Lo ritengono un esempio negativo".

Sconto di pena Riccò spera in uno sconto di pena maggiore rispetto a quello che si profila sulla base del deferimento deciso oggi dalla Procura Antidoping del Coni: "Le positività

al Tour de France furono due. La seconda - ha spiegato il legale - emerse dopo la sua espulsione dalla corsa, ma entrambe furono dovute alla stessa somministrazione, perché quel prodotto lascia tracce per tre settimane".

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