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Doping, squalificata "tagliata" Ora Di Luca può tornare in bici

Nove mesi di sconto per l'abruzzese, squalificato dopo essere risultato positivo al Cera nel Giro d'Italia 2009 (chiuso al secondo posto). La decisione è arrivata dal tribunale antidoping del Coni: ha collaborato con la procura di Padova 

Doping, squalificata "tagliata" 
Ora Di Luca può tornare in bici

Roma - Supersconti a chi collabora. Dopo Emanuele Sella, 12 mesi di squalifica abbuonata, e Riccardo Riccò, 4 mesi in meno per il Cobra. Danilo Di Luca, squalificato per due anni per essere risultato positivo all'Epo Cera durante il Giro d'Italia 2009, in cui si piazzò secondo, può tornare a correre da domani. E' questa la decisione del tribunale nazionale antidoping del Coni che ha praticato uno "sconto" di oltre nove mesi a Di Luca per aver collaborato nell'inchiesta sul doping della procura di Padova.

Collaborazione "Anche se la stagione è praticamente finita, sono contento perché possono finalmente tornare a fare il mio lavoro e cercarmi una squadra" le parole del Killer di Spoltore dopo aver visto riconosciuta dal Tna l'istanza di revisione del processo in base all'articolo 10.5.3 del Codice Wada che prevede una "collaborazione fattiva dell'atleta alla scoperta e all'accertamento di violazione del regolamento antidoping". "Alla procura di Padova e al pm Benedetto Roberti ho spiegato le metodologie che ho visto usare negli anni in cui ho corso - la precisazione del corridore abruzzese -. Ho deciso di parlare per aiutare i giovani e per far capire loro che il nostro è uno sport bellissimo, una scuola di vita come poche altre, e che per entrare nel ciclismo non c'é bisogno di doparsi".

"Non sono una spia" Insomma, Di Luca non avrebbe fatto alcun nome di colleghi coinvolti con vicende di doping. "Nelle passate settimane sono state scritte tante falsità, si è detto che nella mia collaborazione avrei fatto dei nomi e questo non è vero - ha voluto sottolineare il corridore, affiancato dagli avvocati Ernesto De Toni e Flavia Tortorella -. Alessandro Petacchi ad esempio, che è un mio grande amico, sa benissimo che io non mai fatto il suo nome come non ho fatto quello di altri miei colleghi ciclisti. Ci tengo a ribadirlo, la mia è stata una scelta in favore del ciclismo e non contro gli atleti".

Sanzioni ridotte Scelta che, oltre allo sconto di pena, è servita anche a far sentire meno leggero il portafogli. Il tribunale ha infatti sensibilmente ridotto anche la sanzione economica, togliendo 106.400 euro ai 280 mila che avrebbe dovuto pagare Di Luca. "Ora devo solo recuperare il tempo che ho passato lontano dalle gare - ha spiegato l'abruzzese -. In questo anno e mezzo mi sono sempre allenato e adesso è già da un mese che ho iniziato la preparazione invernale. Obiettivi? Trovare una squadra e poi cimentarmi con le mie corse, ovvero classiche e Giro d'Italia, poi mi manca un Mondiale che potrebbe rappresentare il clou della mia carriera".

Un pensiero a Contador E in una giornata di gioia il pensiero va anche allo spagnolo Alberto Contador, alle prese pure lui con vicende legate al doping: "Sta attraversando un periodo non bello e so bene cosa vuol dire. Per caso questa estate in vacanza ci siamo incontrati e salutati, per me lui è e resta un grande campione. So che ha pensato anche all'ipotesi del ritiro - ha quindi aggiunto Di Luca - Spero non sia vero perché deve essere ancora giudicato. E comunque io spero di tornare a correre e battermi con lui". E con tutti quegli altri colleghi puliti che ogni giorno faticano sui pedali: "Sono certo che i ciclisti non sono tutti dopati, negli ultimi dieci anni le cose sono cambiate e tanto. Posso garantire che la maggior parte dei miei colleghi è pulita.

Non é vero che bisogna doparsi per vincere, chi nasce campione resta campione, chi nasce gregario resta gregario".

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