Doppio Beethoven con l’orchestra d’Israele

Sul podio il suo «direttore a vita» Zubin Mehta che da quarant’anni collabora con la celebre istituzione

La Israel Philharmonic festeggià con una tournée i sessant’anni di Israele. La storia dell’Israel Philharmonic Orchestra, una delle compagini sinfoniche più quotate del pianeta, che domani torna dopo 22 anni di assenza a Santa Cecilia, e suona per la prima volta nel nuovo Auditorium, è legata in qualche modo all’Italia, perché fu tenuta a battesimo dal grande Toscanini, che volle con ciò dichiarare apertamente la sua opposizione alle persecuzioni contro gli ebrei; ma è legata a doppio filo a Zubin Mehta, avendolo nominato da tempo direttore «a vita», e condividendo con il celebre direttore indiano, lo stesso anno di nascita: 1936. La prima sortita pubblica di quella che sarebbe poi diventata la Israel Philharmonic Orchestra, e che allora venne chiamata «Palestine Orchestra», avvenne infatti il 26 dicembre 1936, sotto la bacchetta di Arturo Toscanini. Battezzata subito come «Orchestra degli Ebrei», fu messa su in quattro e quattr’otto, dal celebre violinista ebreo-polacco Bronislaw Huberman che era riuscito a coinvolgere i più noti musicisti del mondo, di religione ebraica. L’orchestra assunse l’attuale denominazione solo nel 1948, all’indomani della proclamazione dello Stato di Israele di cui questa tournée intende celebrare il sessantesimo anniversario. Zubin Mehta che con la Israel Philharmonic ha sempre avuto un rapporto intenso e privilegiato, dal 1968 è consigliere artistico dell’orchestra e dal 1981 direttore «a vita». Guidata da Mehta l’orchestra israeliana ha compiuto importanti tournée, alcune delle quali di alto valore simbolico, come la prima in Germania ovest, nel 1970. Non c’è direttore di nome che non l’abbia diretta, da Bernstein a Mitropoulos, da Maazel a Barenboim, da Abbado a Pappano, o solista di grido che non abbia collaborato con la Israel Philharmonic, da Rostropovich a Menuhin, da Pavarotti ad Ashkenazy. Il programma tutto beethoveniano del concerto romano (Sinfonie 3 e 5), appartiene ai programmi «celebrativi» piuttosto che a quelli «da tournée»; ciononostante è, manco a dirlo, graditissimo, presentando due capolavori assoluti e molto popolari della storia della musica.

Ancorché ci vien da pensare che due così grandi e sofferte opere del genio umano, siano quasi sprecate, offerte in una medesima serata. Di opere di tale spessore ne basta e avanza una a sera; e non c’è ascoltatore che non condivida una simile opinione.
Auditorium. Sala Santa Cecilia ore 21. Concerto. Info: 06.8082058.

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