Il doppioculismo morale dello Stato

È caduta nel vuoto la denuncia del cardinal Bagnasco contro la for­sennata promozione in tv dei giochi d’azzardo

Il doppioculismo morale dello Stato

È caduta nel vuoto la denuncia del cardinal Bagnasco contro la for­sennata promozione in tv dei giochi d’azzardo.

Non provate imbarazzo e vergogna nel vedere lo Stato italiano non solo in veste di biscazziere ma anche di istigato­re al gioco tramite campagna dei Mono­poli di Stato?

Siamo grandi e vaccinati e non crimi­nalizziamo i giochi che coinvolgono mezza Italia e travolgono due milioni di accaniti. Ci sono sempre stati e cresco­no proprio nei momenti di crisi e paura del futuro. Però, diamine, che il servizio pubblico, che lo Stato si neghi a compiti educativi e poi si metta a far pedagogia rovesciata, invogliando al gioco seppur con l’alibi di temperare gli eccessi, beh, mi pare un po’ schifoso.

Passi che lo Stato faccia il biscazziere, come fa lo spacciatore di fumo (si astie­ne solo dalla prostituzione); ma alme­no sulle sigarette fa terrorismo psicolo­g­ico sulla sua nocività per mettersi la co­scienza a posto. Invece con la scusa di educare al gioco, alleva le nuove genera­zioni alle scommesse, dove noi italiani già bruciamo due finanziarie all’anno. E rubano la parola gioco alla bellezza dello sport,all’incanto dell’infanzia,al­la creatività dell’artista e al divertimen­to disinteressato, per usarla sulle scom­messe.

Lo Stato alimenta la becera idea che la vita si fondi su una botta

di fortuna e dice: giocate in modo oculato, ma poi la «o» iniziale sparisce. Altro che meritocrazia, insegna lo Sta­to, nella vita ci vuole Culo. Bella lezione etica per un Paese già provato, soprattutto in quei paraggi.

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