Dovrebbe essere bloccato quello spot sul Tfr

Penso che ormai tutti abbiano visto lo spot pagato con i soldi dei contribuenti, grazie al quale tutti sono stati informati in merito alle recenti disposizioni in materia di trasferimento del Tfr. Il taglio che è stato dato a quel messaggio è da ascoltare molto bene: viene fatto passare il messaggio che lo Stato buono si sta impegnando per il nostro bene, per la nostra serenità futura e quella dei nostri figli, si sta impegnando affinché tutti abbiano in futuro una pensione decente. Che bravo questo governo, ha così a cuore il nostro futuro che è disposto a sacrificare la propria popolarità, ricorrendo anche a decisioni impopolari. Non dice che questi soldi andranno a finire nelle casse di quell’ente che per decenni ha scialacquato i contributi di milioni e milioni di italiani e che se avesse dovuto sottostare agli stessi controlli rigidi tipici di ogni impresa privata, sarebbe fallito un anno sì e l’altro anche. Il messaggio che passa su tutte le televisioni e che alla fine viene firmato «Presidenza del Consiglio dei Ministri», seppure istituzionale, è una pubblicità a tutti gli effetti. La pubblicità in quanto tale non gode di tutte quelle possibilità offerte dalla politica, nella quale si può promettere l’impossibile per poi fare l’esatto contrario. Nella pubblicità bisogna mantenere quello che si promette altrimenti il garante ha il dovere di indisporsi e condanna chi ha realizzato lo spot per pubblicità ingannevole.

È lì apposta, è quello il suo compito. Che il trasferimento del Tfr sia un modo per racimolare soldi dal fondo del barile e non un provvedimento per la nostra serenità futura, tutti lo hanno capito. Il messaggio è ingannevole e andrebbe bloccato.

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