Papale papale: «In Italia cè Slow Food vero? Bene, io sono uno slow artist». Un artista lento. E si capisce subito, basta parlarci un po: a 61 anni Peter Gabriel è più fossatista che mai, nel senso che come Ivano Fossati non ne può più del tran tran disco, tour, bla bla di contorno. E pubblica album solo quando vuole. Ora vuole. E ha inciso New blood, dodici brani del suo repertorio, con laiuto di unorchestra di 46 elementi, di un favoloso arrangiatore come John Metcalfe e di molto pudore, visto che in scaletta non ha maliziosamente infilato nessuno dei suoi classici, da Shock the monkey (appena accennata) e Sledgehammer.
In fondo scherza «sono un frustrato perché da ragazzo volevo solo suonare la batteria e invece mi ritrovo a scriver canzoni».
Però ultimamente, caro Peter Gabriel, ne ha scritte pochine.
«E non faccio neanche tanta ricerca. Sono i miei figli che spesso mi indicano le novità da ascoltare».
Oggi i giovanissimi sono lontani anni luce dallo spirito del prog rock dei suoi Genesis.
«Una sera ho portato mia figlia a vedere il concerto di una tribute band dei Genesis del primo periodo, quello di travestimenti e lunghe suite. Alla fine lei mi ha detto: Vero, papà, che ti pagavano tanto per vestirti così?... In effetti sembra passato un secolo, da allora».
Ma come si fa a capire i gusti del pubblico?
«Non so, sto lavorando a un motore di ricerca, The filter (www.thefilter.org) anche se non è ancora attivo. Ti guida ad ascoltare le canzoni che ti piacciono seguendo i tuoi gusti. Ma ho bisogno di tanto tempo in tutto ciò che faccio. Sono molto lento anche a comporre».
Intanto può prendersi tutto il tempo e la libertà che vuole.
«Ennò, questo è il guaio. Essere liberi spesso è castrante. Vuoi inibire un artista? Digli: fai pure quello che vuoi. Per avere il massimo bisogna invece avvisarlo che ha una sola possibilità, un solo disco, un solo show. Darà tutto e sarà il suo capolavoro».
Lei forse affronta i concerti con questo spirito. Il web si è riempito di complimenti dopo il suo concerto allArena di Verona. E a fine mese uscirà il dvd New blood live in London.
«In realtà vorrei anche pubblicare il video dellArena, che oltretutto ha girato mia figlia. Sa qual è il problema? Non abbiamo budget. Ma prima o poi lo troveremo».
Aveva detto: in Scracht my back (del 2010) io canto le canzoni di altri, poi saranno loro a cantare le mie. Invece ora lei ricanta le sue.
«Abbiamo già iniziato quel lavoro e gente come Lou Reed o Elbow hanno già registrato. Gli altri lo faranno in futuro. Cè tempo: limportante è restare curiosi».
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