Draghi: più fusioni tra le banche e basta spese per chiudere i conti

Il sistema è stato colpito da «inerzia strategica» nuove iniziative o prevarranno gli stranieri. Padoa-Schioppa: modifiche alla legge sul risparmio

Gian Battista Bozzo

da Roma

«Una inerzia strategica sembra aver preso il sistema bancario italiano». Davanti ai banchieri riuniti nell’assemblea annuale dell’Abi, Mario Draghi non usa giri di parole: bisogna che il processo di consolidamento del settore riprenda, gli spazi per le aggragazioni restano molto ampi. E Tommaso Padoa-Schioppa aggiunge: «Vogliamo vedere un sistema bancario italiano forte, che sappia espandersi nel grande mercato europeo». A questo fine, spiega il ministro dell’Economia, non serve il protezionismo, ma un «sano patriottismo», attento alle regole e all’efficienza.
Il governatore di Bankitalia rafforza l’invito a superare le questioni di campanile che aveva fatto al Forex di Cagliari. Si rivolge direttamente ai vertici degli istituti bancari che, dalle prime file dell’auditorium di Via della Conciliazione, l’ascoltano con attenzione: «Un richiamo alla consapevolezza. Voi, presidenti e amministratori delegati - scandisce Draghi, interrompendo la lettura del testo ufficiale del suo intervento - vi trovate in una posizione chiave per iniziare, promuovere, o anche ostacolare queste iniziative di consolidamento. A voi - aggiunge - sta la responsabilità di sfruttare le opportunità del mercato, non solo nazionale, oppure lasciare che queste opportunità vengano colte da operatori esteri».
Un auspicio rafforzato. O forse in Draghi incomincia a manifestarsi un po’ di delusione per l’inerzia degli ultimi tempi. Il governatore esclude che via Nazionale voglia praticare il dirigismo: «Bankitalia non ha piani regolatori». Ma l’avvertimento è chiaro: se le banche italiane stanno ferme, saranno preda di gruppi stranieri, e resteranno escluse dal grande gioco. Tutto questo, mentre Bankitalia è impegnata nella deregulation. Non appena approvata dal Cicr, spiega Draghi, una nuova norma consentirà di semplificare le procedure per l’acquisizione di partecipazioni in imprese finanziarie-assicurative, e di «estendere notevolmente» i limiti all’investimento nel capitale delle imprese industriali. È ora, aggiunge, che non si facciano più pagare le spese per la chiusura dei conti correnti. Da parte sua, Padoa-Schioppa conferma che sono in arrivo modifiche alla legge sul risparmio, per quanto riguarda la suddivisioni dei compiti tra le tre authority di vigilanza. All’Abi, il ministro chiede inoltre di essere attiva «nell’innalzare il canone di correttezza del banchiere», unico cenno alle vicende dei mesi passati.
Il governatore riserva all’audizione parlamentare sul Dpef, fissata per lunedì, le sue note su finanza pubblica ed economia.

Si limita a dire che la disciplina sull’Iva degli immobili va rivista, e che l’efficacia dei meccanismi del decreto Bersani dipenderà dalla loro concreta applicazione. Ricorda poi che i rialzi del greggio potrebbero presto avere impatto sulle aspettative di inflazione: se così sarà, altri aumenti dei tassi d’interesse sono dietro l’angolo.

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