Due anni tra lettere e minacce

Tentativi di delegittimazione. Pressioni da parte di soggetti istituzionali. Minacce ai familiari. Lettere mute e infine un proiettile in ufficio. Clementina Forleo si sente assediata e fissa una data precisa per l’inizio del pressing nei suoi confronti: l’estate 2005, l’epoca in cui cominciò a maneggiare i fascicoli di Unipol. Di tutto quello che è accaduto da allora, il gip milanese ha parlato nelle scorse settimane: in tv, al programma Annozero, quindi con un eposto presentato al Nucleo operativo dei carabinieri di Milano, poi alla Procura di Brescia, competente ad indagare, e al Csm. La Forleo ha descritto il clima di isolamento in cui si è ritrovata progressivamente ad operare e ha mosso accuse di vario genere a diverse istituzioni.

La Procura generale della Cassazione però ha ritenuto eccessive le sue critiche ai Pm di Brindisi e a due poliziotti, protagonisti dell’arresto di un immigrato, e considera abnorme l’ordinanza sulle intercettazioni di Unipol: per questo ha avviato l’azione disciplinare e al Csm è cresciuto il partito di chi vuole trasferire la Forleo per incompatibilità.

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