E il "day after" ricompatta la maggioranza

Il ministro dell’Economia Tremonti e la Lega lavorano gomito a gomito sugli emendamenti: raggiunto l’accordo. Per Formigoni e Anci c'è ancora molto da fare per trovare le coperture

E il "day after" ricompatta la maggioranza

Roma Giulio Tremonti torna in mattinata a Roma, diserta il Consiglio dei ministri e si mette al lavoro nel suo ufficio di Via XX settembre per mettere a punto gli ultimi dettagli degli emendamenti alla manovra. Una corsa contro il tempo per definire la nuova versione degli interventi da 45 miliardi che dovranno consentire di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013. Ma soprattutto una complessa operazione di levigatura necessaria a smorzare i focolai di polemica all’interno della maggioranza e recuperare credibilità dopo gli stop and go degli ultimi giorni.
Il ministro dell’Economia deve fare i conti con un mandato preciso che gli ha affidato Silvio Berlusconi, invitandolo a «non defilarsi» e a condividere la responsabilità di un momento così delicato.

La richiesta del premier è quella di reperire i fondi venuti a mancare dal contributo di solidarietà e dall’eliminazione della norma sull’impossibilità di far valere gli anni riscattati per il servizio militare e per la laurea ai fini pensionistici attraverso un ritorno a maggiori tagli sugli enti locali. Un invito al quale Tremonti non si sottrae conseguendo un risultato dagli effetti forse inevitabili: un ritorno al sereno all’interno della maggioranza, un riattizzarsi della rabbia da parte dei rappresentanti degli enti locali. Oltre che qualche protesta all’interno della compagine governativa nella quale Ignazio La Russa si fa portavoce del malcontento per i sei miliardi di tagli attualmente previsti per i ministeri.

«Ho presentato un emendamento alla manovra per facilitare la dismissione di alcuni immobili della Difesa non utilizzati per reperire risorse». «Ma spero - spiega La Russa - che questa cifra di sei miliardi non rimanga tale. Altrimenti bisognerà attrezzarsi».
In ogni caso le variazioni sul tema della manovra nel primo pomeriggio vengono sottoposte, in una riunione al Senato, a Roberto Calderoli, al sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, a Maurizio Gasparri e a Gaetano Quagliariello, al relatore alla manovra, Antonio Azzollini e a Pasquale Viespoli. E alla fine arriva il via libera e una benedizione pubblica offerta anche dalla Lega. «Con gli emendamenti presentati la manovra sicuramente è migliorata» dice il presidente dei senatori del Carroccio, Federico Bricolo. «Siamo riusciti a dare risposte agli enti locali che ottengono nuove risorse anche al di fuori del patto di stabilità, al contrario dei ministeri che, invece, subiscono importanti tagli di bilancio».

Picchiano duro, invece, i rappresentanti degli enti locali dopo l’incontro a Palazzo Chigi. Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, «i nuovi testi presentati sono assolutamente non soddisfacenti e inaccettabili. Contiamo di avere ascolto anche in sede parlamentare. Se non c’è la fiducia c’è la possibilità di costruire in Parlamento anche delle modifiche sostanziali». E Roberto Formigoni ricorre una affermazione apodittica per far capire la gravità della situazione. «Con la manovra economica del governo è seppellito definitivamente il federalismo fiscale: oggi le Regioni hanno meno autonomia di ieri».
Al netto delle proteste e delle richieste di modifica che si trasferiranno presto in Senato (dove i lavori inizieranno martedì prossimo per concludersi entro sabato) il testo è comunque definito. Tremonti, infatti, non solo ci mette la faccia ma anche la firma: sigla infatti in una stanzetta di Palazzo Madama, insieme ad Antonio Azzollini, tutte le novità che modificano la manovra. E qualche senatore immortala il momento scattando una foto con il telefonino.

In serata, poi, la notizia che i conti di cassa dei primi 8 mesi del 2011 segnano un deciso miglioramento e il fabbisogno scende di 5,8 miliardi rispetto allo scorso anno. Un piccolo bagliore che, alla fine dell’ennesima giornata complicata, regala un sorriso al ministro dell’Economia.

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