Quando si è alzato al mattino, dopo il terribile volo di sabato in prova a 215 km/h, il dolore al collo era così forte che, per un attimo, ha temuto di non farcela, di non poter prendere il via del Gp d'Australia. Solo un attimo, però. Poi, Valentino Rossi è tornato combattivo come al solito: si è presentato in Clinica Mobile, dove il dottor Claudio Costa e i suoi uomini l'hanno curato al meglio e quando è salito in sella alla sua Yamaha M1 era fisicamente quello di sempre. Se non ha vinto, quindi, è perché scattava dalle retrovie (era 12°, proprio a causa del terribile volo), non perché non ce la faceva a guidare.
«Per battere Stoner a Phillip Island - è la sua analisi -, a casa sua e davanti ai suoi tifosi, non puoi partire dalla quarta fila. In ogni caso, sono soddisfatto del secondo posto, il massimo risultato che potessi ottenere. E mi sono veramente divertito».
Valentino ha entusiasmato e mentre Stoner non aveva problemi in testa alla corsa, impostata a un ritmo pazzesco, il neo otto volte iridato ha effettuato una rimonta fantastica, con una serie di sorpassi da applausi, l'ultimo dei quali proprio nel giro finale, ai danni di un rinato Nicky Hayden. Così Casey è tornato al successo dopo cinque gare difficilissime, costellate da due errori importanti e, soprattutto, dalla brutta sorpresa dello scafoide sinistro rotto nel 2003, tornato a infastidire il campione. Alla fine della stagione, Stoner dovrà farsi operare, altrimenti, sono parole sue, «la carriera è a rischio». Per questo, il suo successo di Phillip Island, il quinto della stagione contro le otto vittorie di Rossi, è davvero straordinario.
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