E la farmacia rievoca il fantasma di Marx

E la farmacia rievoca il fantasma di Marx

«Bocciato!» Naufraga l'ordine del giorno presentato dalla minoranza nel consiglio straordinario di giovedì a Santa Margherita Ligure per sospendere la delibera sull'alienazione della farmacia comunale e istituire un tavolo di confronto. Pianto, stridor di denti e la promessa del Pdl Costa: «Ricorreremo al Tar attraverso il Comitato». Contro il tiremm innanz di sindaco De Marchi e maggioranza, che gli appartamenti comunali di Via Dogali attendono i denari. Mica trenta, anche se le orazioni a dissuadere lacrimano sui gioielli di famiglia e al consigliere Balsi, «paesano romantico», gli piange il cuore sentire l'assessore Raggi, «che non è un sammargheritese, parlare di alienazione della farmacia». Costa s'incanta sul «mai vendere!» e Marsano invoca evoluzioni societarie per garantire al Comune un'ipotetica titolarità. Più che bordate vigorose, minuetti strizzati, con Chiarelli, Pdl, esegetico degli interventi ormai storia del De Marchi già consigliere, e la giovane Cattoni a snocciolar passivi della farmacia per interrogarsi poi sul non voto di una minoranza in contraddizione. L'impasto si allunga e l'assessore Chioggia, tirato in ballo a prezzemolo, si sfoga: «Nella vita passata devo avere fatto qualche dispetto ai consiglieri di minoranza».

Manie di persecuzione? Poco male, che per fantasmi in consiglio va anche De Marchi, «uno aleggia in quest'aula, come il Manifesto di Marx nel 1848, spettro che si aggira per l'Europa: perché Marsano, in 15 anni da consigliere e sindaco non è riuscito a risolvere la questione-farmacia?».

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