E Ferrero vende i gioielli di famiglia

In fondo un partito è come una grande famiglia. E quando ci si ritrova con l’acqua alla gola per mancanza di soldi, si vendono i gioielli. Lo sa bene Paolo Ferrero, alle prese con la crisi economica del suo partito, Rifondazione Comunista, che, senza più alcuna rappresentanza in Parlamento, deve ora fronteggiare l’esaurimento dei rimborsi elettorali. E così - riporta L’espresso - il successore di Fausto Bertinotti è costretto a mettere in vendita il tesoretto immobiliare del partito, accumulato durante gli anni di vacche grasse. Le spese correnti, del resto, sono considerevoli. Tra le voci più pressanti, gli stipendi di una settantina di dipendenti e dei giornalisti di Liberazione. Via quindi la sede nazionale di Roma (duemila metri quadri su tre piani nel centro di Roma), così come quelle di Napoli, Bari e Milano.

Ma probabilmente, suggerisce il settimanale, neanche questo basterà. Occorrerà quindi mettere all’asta anche i gioielli veri e propri, ovvero le numerose opere d’arte donate nel corso degli anni a Bertinotti da numerosi artisti.

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