Antonio Risolo
Genova Il Nautico si inchina a Carlo Riva e gli dedica l'edizione 2017. Un omaggio, un tributo spontaneo annunciato dalla presidente di Ucina, Carla Demaria, nello stesso giorno della scomparsa del «più grande di tutti». Da lassù, l'Ingegnere ringrazia. E avrebbe detto, così com'era solito dire: «Ringrazio tutti, ma non so se merito tutto questo».
Oggi si alza il sipario sul 57° Salone Nautico Internazionale, ed è subito tavola rotonda su «Nautica: il ritorno, il futuro», con la partecipazione del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
Va subito detto che dal 2008 un Nautico così non s'era più visto. Dopo i primi timidi segnali di ripresa del 2015, e la crescita importante del 2016, riecco il Salone della grande nautica e Genova si riappropria del nobile ruolo di regina del Mediterraneo. Gli spazi, in acqua e a terra, sono sold out. Accanto ai fedelissimi, infatti, ci sono altri settanta marchi tra nuovi e vecchi che tornano: Azimut, Arcadia, Baglietto, Bertram, Cantieri del Pardo, Zodiac e altri ancora.
Alessandro Campagna, direttore commerciale del Salone e regista indiscusso della rassegna, snocciola i numeri: «Sono numeri davvero importanti - dice - Ottanta unità in più in acqua rispetto allo scorso anno (+8%), il settore vela registra un +3,5%, le barche a motore entrobordo + 14% con oltre 60 imbarcazioni fino a 15 metri. Molto bene anche i fuoribordo con un +9%. Nel segmento accessori e componenti abbiamo rilevato un +11,8%».
La ripresa si va consolidando e i ricavi del settore registrano un +18% nel primo semestre dell'anno: più sei punti percentuali sulle previsioni che indicavano un +12%.
«Innanzitutto vorrei sottolineare la modalità di lavoro per organizzare il 57° Nautico rispetto al passato - aggiunge Campagna - perché con espositori e fornitori, soprattutto esteri, c'è stato un confronto di costruzione, non già di negoziazione. A conferma del rinnovato interesse per il mercato italiano. Un cambiamento importante, segno di un mercato che ha imparato a muoversi in modo diverso».
Nonostante la
durissima crisi, tuttavia, la rassegna di Genova non ha mai perso il suo valore.«Infatti, è così - conclude Campagna - perché appena il mercato ha dato segni di risveglio, tutti i valori sono tornati a livelli importanti».
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