E intorno a una fiaba di Joyce volano graffi

Anche James Joyce, solitario e introspettivo come Leopold Bloom, il protagonista del suo Ulisse, amava molto i gatti. È nota la fiaba Il gatto e il diavolo, scritta per il nipotino. Ma recentemente è uscita dal cilindro del suo epistolario una seconda favola, contenuta in una lettera indirizzata al nipote e datata 5 settembre 1936. A pubblicarla è la casa editrice Ithys Press di Dublino, che ha approntato un’edizione limitata a 200 esemplari illustrati. Ma intorno a I gatti di Copenaghen (questo il titolo della gustosa narrazione) stanno volando graffi a non finire. A soffiare minacciosamente sull’iniziativa è stata la Fondazione James Joyce di Zurigo, che detiene il manoscritto originale della storia, in quanto la lettera in questione fa parte di una serie di manoscritti dell’autore irlandese donatele nel 2005 dalla seconda moglie di Giorgio Joyce, figlio di James. Da notare che l’1 gennaio scorso, trascorsi 70 anni dalla morte del loro autore, le opere di Joyce sono diventate di pubblico dominio, non essendo quindi più protette da copyright.

Ma la fine del diritto d’autore, secondo la Fondazione, non riguarda gli inediti come questo. Da Ithys Press hanno ribattuto che la loro non è stata un’operazione commerciale, bensì un tributo allo scrittore visto nella veste di nonno. Insomma, qualcuno guarda in cagnesco i gatti di Joyce.

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