E a Melbourne salgono in cattedra i «pazzi» del tennis

«Lei giocava palle senza senso». Lo sfogo di Flavia Pennetta dopo aver perso la sua occasione contro Petra Kvitova è la summa della giornata di Melbourne: passare da un primo set vinto con il 72 per cento di prime palle a un terzo ceduto grazie al 43 per cento nella stessa statistica vuol dire perdere 3-6, 6-3, 6-3 e veder sfumare il sogno di vedere due italiane nei quarti degli Australian Open.
Chi leggerà queste righe stamattina forse già saprà se invece Francesca Schiavone è riuscita a fare l’ennesima impresa della sua carriera contro la numero uno del mondo Caroline Wozniacki, intanto però le palle senza senso sono quelle che hanno dominato una giornata che ha comunque visto il solito filotto di Rafa Nadal, avviato - se continua così - al suo personalissimo Grande Slam. Nel frattempo, a un piano del tennis un po’ più sotto, Flavia non ha saputo spiegarsi il perché di tanto cambiamento, se non altro finendo per accusare le traiettorie mancine della Kvitova, impossibili da prevedere.
Così come difficili da prevedere sono le palle senza senso di Alexandr Dolgopolov, un tipo talmente (tennisticamente) assurdo che su internet hanno fondato una setta in suo onore. Dolgopolov, 22 anni, ucraino, cerchietto in testa e un movimento di dritto che conosce solo lui, in realtà si chiamerebbe Oleksandr junior, ovvero come il papà che di professione faceva l’allenatore di tennisti. E così ecco perché il Nostro si è trovato con una racchetta in mano già a 3 anni, mentre Olek senior dava consigli al russo Medvedev tanto da issarlo fino al numero 4 del mondo. Così Olek junior girava il mondo con la famiglia, diventando un piccolo eroe del circuito: «Un giorno i miei genitori mi hanno perso durante un torneo, e alla fine mi sono ritrovato in mezzo a tanta gente che, una volta ricongiunta la famiglia, mi chiedeva autografi. Ai quei tempi sapevo scrivere giusto qualche lettera, così firmai in stampatello A-L-E-X». Quel giorno nacque Alexandr, il tennista.
Quello che adesso fa diventare pazzi i suoi avversari, perché nessuno ha ancora bene capito come giochi Dolgopolov e, soprattutto, quali schemi usi.

Lui gioca e basta, un po’ come gli viene, ed è così che negli ottavi ha fatto fuori in 5 set il favorito Soderling, dopo aver già giustiziato Tsonga. Adesso gli tocca Murray, che fino a qui è stato un treno. Ma come si è visto il tennis è pieno di palle senza senso e questo è un avvertimento per tutti. Nadal compreso.

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