Dunque, ricapitolando. Libertà di manifestare, anche paralizzando la città. Ma a patto di non disturbare il presidente dellAutorità Portuale Luigi Merlo. La legge, più o meno, dovrebbe essere riformulata proprio così. Perché ormai non siamo più ai tre indizi che fanno una prova, ma a una serie di conferme continue. Il numero uno di palazzo San Giorgio puntualmente interviene per criticare (o non criticare) ogni tipo di manifestazione di protesta, ogni corteo, ogni blocco che riguardi Genova. Ma in base alle conseguenze che lo stesso evento può avere per il porto, si esprime pro o contro le ragioni dello sciopero.
Allinizio fu in occasione della protesta degli autotrasportatori, che a fine ottobre arrivò a paralizzare gli accessi alle banchine. In quel caso Merlo non esitò a definire lazione degli autotrasportatori un «atto di pirateria», assicurando che le stesse cose le avrebbe ribadite per qualunque altra manifestazione che avesse bloccato la città. Invece, poco dopo, i lungi giorni di lotta della Fincantieri (che non provocarono problemi di operatività al suo porto). Il presidente spiegò che gli operai avevano ragione, mica come i camionisti: «Non posso correlare le due situazioni. Sono diverse, allora si trattava di una contestazione strumentale, qui cè un elemento di esasperazione. Si parla di posti di lavoro e di occupazione». Per le manifestazioni dei tassisti o dellAmt, dei quali evidentemente Merlo non ha avuto bisogno in quei giorni, non una parola. Ieri invece, visto che si tornava a parlare di autotrasportatori (che guarda caso provocano problemi al porto, pur rispettando, loro sì, tutte le regole dello sciopero) il presidente è tornato a sbottare: «La paralisi derivante da questo blocco non è accettabile, il danno alleconomia portuale è enorme e avrà conseguenze per diversi giorni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.