E Moratti: «Sono così felice da perdonarlo»

AGGREDITO Balotelli insultato nel posteggio dei vip. Il presidente e Tronchetti devono difenderlo

Milano Josè fa: «Balotelli? Giocherà con l’Atalanta». Ma prima della quiete, il caos.
Cose assurde nello spogliatoio, Materazzi deve aver attaccato a una parete Mario Balotelli, da ieri sera SuperMario solo per i nostalgici. Josè dice che il Barcellona ha reagito male, succede a chi non è abituato a perdere, Xavi a fine partita lo ha deluso, per Mario invece è dispiaciuto, come quando il medico esce dalla stanza, guarda i parenti e fa: purtroppo non c’è più niente da fare. «Mi dispiace per Mario perché quando il pubblico si comporta così con un mio calciatore significa che le cose non vanno bene. Ma io il pubblico lo capisco perché il pubblico ha visto le stesse cose che ho visto io. Pandev con i crampi, Sneijder con i crampi, Milito con i crampi, tutti hanno dato tutto. E lui?».
E lui è un ragazzo di diciannove anni che viene chiamato dentro a una semifinale di Champions league e non si rende conto. Non capisce che non tutti i calciatori a diciannove anni hanno avuto l’opportunità di giocare una semifinale di Champions, nel loro stadio, davanti ai loro tifosi. Ma il colpo è proprio lì: è questa lo stadio, la gente, la squadra di Mario Balotelli? Chi adesso cambia opinione e si schiera con Josè ha capito che tipo di problema c’era dentro lo spogliatoio dell’Inter?
Materazzi forse ha reagito da ultrà, Ibrahimovic assicura che ha visto tutto. Lo svedese ha detto che si poteva anche passare sopra questo gesto, in fondo l’Inter ha vinto largo, meritatamente, e forse è già sulla strada della finale. Insomma per Ibra con Mario si poteva far finta di niente.
Ragiona come quelli che hanno difeso Balo e massacrato Mourinho fino a ieri sera, colpevole di tutto, lui più di tutti, lui il vero problema.
Il pubblico ha visto un ragazzo di diciannove anni che non correva come i suoi amici più grandi, ha visto una maglietta sfilata con rabbia e gettata per terra. E non era una maglietta qualunque, era la maglietta dell’Inter nella sera della vittoria più luminosa della squadra contro i campioni d’Europa.
Ma il successo dell’Inter adesso non può macchiarsi, sarebbe il trionfo della follia di Mario. Al fischio finale si è diretto dritto negli spogliatoi senza festeggiare con i compagni ed evitando Gabriele Oriali che ha provato a calmarlo. Il successo non può macchiarsi ma il dramma è andato in diretta, Eto’o ha tentato di placare la protesta del pubblico. Nel tunnel Materazzi si è scagliato contro SuperMario, la maglia è la maglia, Mario dovrebbe sapere cosa significa una maglia di calcio.
Scendendo i gradoni del Meazza la gente era già convinta che Mario questa l’avrebbe pagata cara, l’amministratore delegato Ernesto Paolillo furibondo: «Pessimo, assolutamente pessimo. È una cosa su cui bisognerà discutere. Provvedimenti in arrivo? Assolutamente sì». Più comprensivo Zanetti: «Dispiace rovinare così una festa, con un gesto del genere. Mario deve capire tante cose, una è che deve stare tranquillo e fare in campo quello che sa, giocare a pallone. Poi, se, magari, la gente fischia qualche giocata, deve sapere che il nervosismo della gente può essere dovuto a tante cose. Tante volte gli siamo stati vicino, lui è un giocatore dell’Inter e sarà sempre sostenuto». Ironico Dejan Stankovic: «Bisogna vedere cosa c’è nella testa di Balotelli, lui è come un bambino. Anche io sono padre di tre bambini, non possiamo prenderlo per il collo».
Giù nel garage, mentre Mario tentava di fuggire all’ira dei tifosi, Massimo Moratti e Tronchetti Provera gli hanno fatto da scudo. Incredibile. La più bella notte dell’Inter è la più brutta notte per Balotelli.

Laconico ma fiducioso il commento del presidente: «Sono talmente felice per la vittoria che penso che questa cosa si rimarginerà. Per Mario una lezione dura. Ma gli servirà sicuramente».
La lezione gliel’ha data l’Inter vincendo e perdonandolo. In caso contrario...

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