E da oggi si firma in redazione per il rilascio di Girone e Latorre

Centinaia di firme in poche ore, oltre le più ottimistiche previsioni: i cittadini genovesi, giovedì pomeriggio, si sono mobilitati in massa, facendo lunga sosta al «banchetto» organizzato in via Venti Settembre dal nostro Giornale e dal tandem Matteo Rosso-Gianni Plinio, rispettivamente consigliere regionale e responsabile Sicurezza del Pdl ligure. Partecipazione convinta e passione civile, quella dei firmatari dell’altro ieri, tra cui il candidato sindaco Pierluigi Vinai, che hanno voluto dimostrare in concreto vicinanza e solidarietà a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due «marò» del Reggimento San Marco detenuti in India in spregio a qualsiasi regola del diritto internazionale, con l’accusa di aver ucciso due pescatori locali scambiati per pirati.
Tanta l’affluenza al punto di raccolta che abbiamo deciso di... accontentare gli «scontenti» che, non avendo potuto firmare, hanno chiesto se fosse possibile prolungare l’iniziativa. Sono state numerosissime, infatti, anche ieri, le telefonate giunte in redazione per sollecitare la prosecuzione della raccolta firme, con l’obiettivo di spingere il governo italiano innanzi tutto, e la nostra diplomazia per quanto di competenza, ad adottare le contro-misure necessarie a opporsi all’indegna carcerazione dei due marinai che erano a bordo della nave italiana «Enrica Lexie».
Per questo, da oggi pomeriggio (dalle 15 alle 18) in redazione sarà a disposizione uno spazio per raccogliere altre firme a sostegno di nostri due militari in servizio. Salvatore e Massimiliano - fino a prova contraria, che non è mai stata fornita! - si sono attenuti scrupolosamente alle regole d’ingaggio previste per i militari imbarcati sulle navi mercantili che prevedono la difesa dell’unità e del suo equipaggio dall’attacco degli assalitori. L’altissima capacità che è patrimonio consolidato del San Marco, unita al rigido addestramento cui sono sottoposti, quotidianamente, i suoi effettivi, fanno ritenere assolutamente fantasiosa la ricostruzione di polizia e magistratura indiane, risolute ad accusare a senso unico senza peraltro consentire perizie e sopralluoghi alle autorità italiane.


Sono proprio queste le considerazioni ripetute più volte dai cittadini giovedì al banchetto in via Venti Settembre e ieri al telefono del Giornale. Per tutti loro, e soprattutto per Salvatore e Massimiliano, continuiamo a mobilitarci anche noi.

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