Sono appassionato di musica classica e ne ho scritto per anni, ma credo che a questo punto smetterò di aspettarmi ancora qualcosa dal mio Paese e dalle mie istituzioni. Il discorso è lungo, ma pietra tombale ne sarà il concerto di Natale che si terrà domani in Senato con tanto di diretta televisiva: perché protagonista, ebbene sì, ne sarà il pianista Giovanni Allevi. Ora: chi sa ha già capito. Chi non sa, e lo dico moderandomi, dovrebbe sapere che Allevi sta alla musica classica come Adriano Celentano sta alla filosofia teoretica.
Qualsiasi residuale competente,
ciò che forse è estinto dalle parti
del Senato, sa che stiamo parlando della
versione italiana di un genere di musica
minimale, facilona, da aeroporto o
da ascensore, priva di elaborazione e
sviluppo, qualcosa di amatissimo dagli
ascoltatori da aperitivo che alla quarta
nota trovano una musica già troppo difficile.
Senza cattiveria: è musica pop, easy
listening, una costruzione di marketing
che dovrebbe ingannare i gonzi
(anche se i gusti son gusti, bla bla) e
però dovrebbe andare a Sanremo, non
dissacrare un luogo dove hanno diretto
Lorin Maazel e Riccardo Muti. A proposito:
Allevi in Senato dirigerà un’orchestra.
Dettaglio: ha imparato quest’anno,
ma ha detto che ha studiato i
grandi maestri su Youtube. Non è una
battuta. Buon ascolto.