Roma - La gran parte della giornata l’ha passata ad Arcore, attaccato al telefono per cercare di sbrogliare il nodo pugliese. Sondaggi alla mano, infatti, su 13 Regioni che vanno al voto sei dovrebbero andare al centrodestra e sei al centrosinistra. Con la Puglia che potrebbe essere l’ago della bilancia della vittoria dell’uno o dell’altro schieramento. Certo, nel conto andranno messe anche le amministrazioni che cambiano colore (come quasi certamente accadrà in Campania e Calabria), ma il 7-6 finale avrà comunque il suo peso. Ma non è solo per questo che il Cavaliere sta cercando uno spiraglio per risolvere l’impasse pugliese, con il Pdl che ha candidato il capogruppo in Consiglio regionale Palese e l’Udc che appoggia la Poli Bortone. Il punto, infatti, è che ormai da giorni il premier si è convinto che il nome più spendibile sia proprio quello della leader di «Io Sud» e solo le resistenze di Fitto e di tutti i colonnelli del Pdl - dai coordinatori ai capigruppo fino agli ex aennini Alemanno e Matteoli - lo hanno dissuaso dal forzare la mano. Nonostante i contatti con la Poli Bortone fossero stati soddisfacenti e nonostante una mai nascosta perplessità sul nome di Palese.
Dopo che Casini ha sparigliato, la situazione è però decisamente cambiata. Con Berlusconi alquanto irritato per la discesa in solitaria della Poli Bortone che di fatto sancirebbe la vittoria di Vendola. Perché, si è sfogato in privato il Cavaliere, «non è possibile che quando non mi occupo delle cose in prima persona si finisce con il combinare pasticci». Così, nonostante i diretti interessati neghino senza esitazioni, nella giornata di ieri hanno iniziato a muoversi le diplomazie sotterranee per cercare di trovare una via d’uscita. Che interessa il Pdl ma pure l’Udc, visto che per i centristi restare senza poltrone di peso in una regione chiave come la Puglia non è facile da digerire a livello locale. Senza considerare che lo stallo potrebbe allargarsi alla Campania dove, dicono i sondaggi recapitati dalla Ghisleri ad Arcore, Casini non dovrebbe essere determinante per la vittoria di Caldoro.
Allo stato, una delle ipotesi è che entrambi i candidati facciano un passo indietro a vantaggio di un terzo nome. Che potrebbe essere quello del magistrato Stefano Dambruoso o del sottosegretario all’Interno Mantovano (sia l’uno che l’altro potrebbero correre in ticket proprio con la Poli). Più difficile, invece, possa spuntare il nome del vicecoordinatore regionale del Pdl Distaso. Ma la trattativa sarà lunga e complessa perché, fanno sapere i centristi Sanza e Rao, «resteremo fedeli alla Poli Bortone». Fitto, dal canto suo, non dà spazio ad alcun margine di trattativa: «Palese non è in discussione e la sua candidatura è già stata ufficializzata domenica». Un braccio di ferro nel quale la Poli Bortone qualche chance ce l’ha ancora, visto che i rumors di Palazzo Grazioli non escludono che alla fine Berlusconi possa ritornare su quella che era la sua prima scelta. Peraltro con il via libera di Fini. Il problema resta la netta contrarietà non solo di Fitto ma di tutto il Pdl pugliese e nazionale.
Si muovono, intanto, le altre caselle. Per la provincia dell’Aquila, per esempio, continua a girare il nome di Maria Teresa Letta, commissario della Croce Rossa, una vita nel volontariato e soprattutto un fratello ingombrante come Gianni.
Sul fronte campagna elettorale, invece, qualche sorpresa potrebbe arrivare dal Nord.
Se Berlusconi è infatti deciso a riunire tutti i candidati governatori per fargli firmare davanti agli italiani una sorta di Patto per l’Italia, Calderoli sta studiando un appuntamento con i tre candidati del Nord (Formigoni, Zaia e Cota) per lanciare alcune battaglie comuni sul fronte del federalismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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