Roma Potrebbe intitolarsi Io la conoscevo bene, come il film di Antonio Pietrangeli (1965), questa storia damicizia e di lavoro, che adesso lega i nomi di due importanti signore della nostra scena. Cristina Comencini, infatti, regista che alterna il cinema al teatro, ha appena regalato un bel ruolo a Rossella Falk, la regina delle assi di legno italiane, siglando così un sodalizio interessante, a dimostrazione dun fatto incontestabile: le stelle, quelle vere, non muoiono mai. Chi dice Falk intende mezzo secolo di storia teatrale, a partire dalla non dimenticabile compagnia Morelli-Stoppa, passando per il Piccolo di Milano, per poi approdare alla Compagnia dei Giovani, nellanno in cui la televisione sbarcava nelle case, ossia nel 1954. Oggi lattrice, che insieme a Ilaria Occhini, detiene il primato di permanenza a teatro e nei nostri ricordi di ogni buona prova, si cala al centro di Est Ovest, commedia semiseria in due atti assai dissimili (nel primo, si ride alla Eduardo di Natale in casa Cupiello, nel secondo, invece, si riflette con severità, al debutto il 13, al Teatro Eliseo). Ieri se ne è avuto un assaggio, purtroppo in assenza della Falk (bloccata a Zagarolo), ma con brani, qua e là, recitati in unità di tempo e di luogo.
Otto i personaggi in scena, ottanta gli anni che Letizia, l'anziana e autoritaria protagonista della pièce scritta e diretta dalla Comencini, festeggia in seno alla propria famiglia. Riuniti intorno a un tavolo (nella drammaturgia comenciniana, l'assetto domestico è ricorrente), stretti da un vincolo di sangue, ma non di verità, gli avidi nipoti di Letizia evocano fantasmi della mente. E un segreto aleggia, su quella ricorrenza. «La famiglia decaduta e decadente, che porto in scena, rispecchia l'Occidente attuale.
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