E la sinistra ora scrive: brava Carfagna

Applaudono ma forse un po’ rosicano. La sinistra che dice «Brava Carfagna» e intanto pensa allo smacco, all’opportunità persa. Il ministro delle Pari opportunità, di destra, che studia e crea uno spot per combattere l’omofobia. Dopo lo stalking la Carfagna sorpassa a sinistra anche sugli omosessuali. Uomini e donne insultate, aggredite, picchiate per il loro orientamento sessuale. Gay, lesbiche, transessuali nel mirino. È successo tantissime volte a Roma, a Milano. In tutta Italia sempre più spesso. Lunedì Mara Carfagna ha fatto quello che nessuno dei suoi colleghi aveva mai fatto prima. Ha affrontato il problema. A Palazzo Chigi ha presentato una campagna di comunicazione contro l’omofobia.
Il messaggio è chiaro: «L’omofobia è una malattia dalla quale si può guarire». Lei che guarda il pubblico e dice: «Sono riuscita a rompere un tabù facendo rientrare la lotta all’omofobia tra i compiti del governo». Ad applaudire ci sono anche loro, soprattutto loro: il presidente di Arcigay, Vladimir Luxuria, Franco Grillini; Paola Concia che dice: Ottimo lavoro». Tutta gente di sinistra, che proprio a quella stessa sinistra ha chiesto per anni un cenno, una mossa. Almeno un incontro ufficiale che non c’è mai stato. Così il ministro delle Pari opportunità del governo di destra sorpassa a sinistra. E lo fa proprio puntando sui temi cari alla sinistra. Bandiere della Pace ammainate per loro adesso. E ieri anche il quotidiano di Sansonetti, «Gli Altri», ha dovuto scrivere: Brava Carfagna. Dove sono andati a finire tutti gli uomini politici di sinistra che sfilavano ai Gay Pride, che orgogliosi si proclamavano amici di gay, trans, lesbiche. Dove sono le loro leggi, a organizzare incontri con le associazioni lgbt? «La proposta di legge Concia sappiamo che fine ha fatto - si legge sul giornale - ma ieri la Carfagna ci ha tenuto a ribadire che è sua intenzione presentare al più presto una nuova proposta e di lavorare insieme a Paola Concia. Cosa dire? Nonostante le associazioni avessero chiesto da decenni ai ministra delle pari opportunità precedenti, mai nessun governo di centro sinistra e di centro destra ha predisposto questo tipo di campagna». Lunedì c’è stato il primo segnale forte. «Una buona notizia: è utile dare segni di sensibilizzazione. Finalmente un messaggio sacrosanto, non è l’omosessualità ma l’omofobia ad essere una malattia», dicono tutti in aula. La Carfagna che non si ferma qui e assicura: «Questo è solo un primo passo. Intanto ci sono opuscoli da far girare nelle scuole per sensibilizzare, cartelloni pubblicitari sotto agli occhi di tutti e spot televisivi.

Sono stati stanziati 500mila euro per fare un’indagine Istat per monitorare sul fenomeno, ma ci saranno misure specifiche nel nuovo ddl del governo in modo da tutelare anche i trans». La sinistra osserva stupefatta. Brava Carfagna.

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