E per smascherare i «furbi» le aziende puntano sugli 007

da Reggio Emilia

Fannulloni, assenteisti, doppio lavoro? Gli imprenditori emiliani non perdono tempo e se i «cugini» della vicina Provincia di Modena varano un decalogo con regole rigidissime per i dipendenti dell’ente locale, loro assoldano direttamente le agenzie di investigazione.
Indagare sui lavoratori nel reggiano è infatti ormai un fenomeno diffuso. «Il vero boom del momento - spiega Franco Ponzi, presidente dell’omonima società di investigazione - è quello che riguarda il fronte degli assenteisti nelle aziende sia private sia a partecipazione pubblica. Spesso si rivolgono a noi per smascherare coloro che, ad esempio, svolgono una seconda attività».
C’è chi contatta gli 007 reggiani per provare la finta malattia di un dipendente, chi anziché al lavoro è da tutt’altra parte e chi non rende come dovrebbe. Fotografie e riprese per incastrare il dipendente fannullone o che sostiene di essere malato ma in realtà sta facendo un secondo lavoro ben retribuito.
«A Reggio e in Emilia, città e regione ricche e industriose dove il lavoro certo non manca e l’efficienza è ai primi posti, contrariamente a quanto si può pensare di fannulloni ce ne sono davvero tanti - aggiunge Stefano Iacomini, altro investigatore -. Spesso ci troviamo ad affrontare situazioni quasi surreali. E quando gli imprenditori che hanno sospetti su un dipendente ci chiedono di entrare in azione ne scopriamo di tutti i colori».


Raccolte le prove (per legge microspie e intercettazioni ambientali da parte degli investigatori non sono ammesse e rappresentano un reato per chi le utilizza), e completato il dossier l’azienda passa all’attacco e inchioda il dipendente di fronte alle proprie responsabilità. E lì inizia un nuovo braccio di ferro.

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