Da Oltre Manica, un omone pragmatico e diabolico di nome Ross Brawn fa sapere quel che già sintuiva. «Ho speso dieci anni della mia vita in rosso e a 52 ho voluto prendermi una pausa. Lanno prossimo sarò pronto a nuove sfide e spero che la chiamata arrivi dalla Ferrari». A Maranello non si ha tempo per quel che sarà nel 2008, per cui, benché le parole dellex direttore tecnico facciano ovviamente un gran piacere, pensieri e sforzi sono tutti rivolti a preparare lultima nata, lerede, la figlia, o forse e più semplicemente, la sorella riveduta e corretta della 248F1. Cè fretta. Bisogna infatti rispettare le date annunciate dal presidente Luca di Montezemolo durante la tradizionale cena di Natale: «La Ferrari del 2007 debutterà a Fiorano tra il 15 e il 20 gennaio, dal 21 Raikkonen debutterà al Mugello».
La nuova monoposto avrà compito non semplice perché nel 2007 dovrà far meglio della 248F1; quindi dovrà vincere il mondiale e non potrà accontentarsi del secondo posto. Di più: dovrà farlo senza poter contare sui preziosi servigi offerti nellultima decade dal dio dei motori incarnatosi in un tedesco mascelluto andato purtroppo in pensione: Michael Schumacher.
Per questo gli uomini del Cavallino, oltre che a dotarsi in via preventiva di un piccolo fuoriclasse da allevare e far sbocciare (missione già riuscita) di nome Felipe Massa, hanno dovuto ingaggiare colui che più assomiglia, per velocità e temperamento, a Schumi e allideale pilota maranelliano: Kimi Raikkonen. Messo nel giardino rampante il finlandese, bisognava però che il terreno fosse fertile, così da farlo sbocciare subito. Col senno di poi, visto che Raikkonen è nellorbita Ferrari già dallestate 2005, si può leggere proprio in tal senso il ritorno sulla rossa dellaerodinamico greco Nick Tombazis, padre delle forme aeree del Cavallino dei primi mondiali ferraristi (era nella squadra di tecnici coordinati da Rory Byrne) e poi emigrato proprio alla McLaren. Per farla breve: la freccia dargento 2005, la Mp4-20, quella delle 7 vittorie di Kimi (tante quante Alonso), quella che fino allultimo ha conteso allo spagnolo e alla Renault il primo mondiale, quella che lo ha perso solo per la fragilità del propulsore Mercedes, ecco, quella monoposto era frutto delle intuizioni di Tombazis.
Kimi, ora, quelle forme, migliorate, perfezionate, adattate alle caratteristiche progettuali care alla Ferrari, le troverà di nuovo. Vestite di rosso. Il finlandese non vivrà, dunque, il trauma di salire su unauto completamente stravolta, per concezione, rispetto a quelle guidate nei due anni precedenti, ed è vantaggio non da poco. Tanto più dovendo sostituire un uomo come Schumi che conosceva ogni bullone di Maranello e dintorni. Mettendola sul romantico, cosa di per sé rischiosissima nel crudo mondo della F1, è come se la Ferrari, di fronte alla rottura per raggiunti limiti di età si fa per dire della coppia Ross Brawn-Schumi, abbia voluto ricostituire una coppia più giovane e che molto deve ancora dimostrare, ma già affiatata: Tombazis-Raikkonen. Fateci caso: il tecnico greco è tornato in rosso nel febbraio 2006, e la 248F1 progettata da altri e che allinizio aveva stentato a scaricare sullasfalto tutto il proprio potenziale, ritocco di qui e ritocco di là, pian piano è sbocciata. La mano del neo chief designer greco, sotto la supervisione del papà delle ultime rosse, il responsabile del progetto Aldo Costa, si è subito vista.
A questo punto, con tutti i sacrosanti «se e ma» del caso visto che dal fortino di Maranello nulla trapela e ci si può basare solo sui test fatti prima di Natale e sulle obbligatorie modifiche conseguenti alle nuove regole (gomme uniche e più dure per tutti, le Bridgestone, e giri motore ridotti da oltre 20.000 a 19.
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