Roma - Arrivare a «un patto complessivo assolutamente entro il mese di settembre». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine dell’incontro con le parti sociali ieri a Palazzo Chigi, ha voluto fornire ulteriori elementi di rassicurazion esulla possibilità di superare la crisi determinata dall’accanimento speculativo nei confronti dell’Italia invitando gli italiani a «non avere paura». Dalla riunione, ha rimarcato il premier, «esco con più ottimismo sulla volontà di tutti di cooperare: è il momento di rimboccarsi le maniche ». Anche perché l’immagine del nostro Paese fornita dai media «è più negativa di quella reale».
Per questo motivo si lavorerà senza soluzione di continuità fino al mese prossimo su otto punti che rappresentano l’agenda del governo per la stabilità e la crescita e che recepiscono le sei richieste di Confindustria, Cgil, Cisl, Uil, Abi, Alleanza delle cooperative, Rete imprese e di tutte le altre sigle che al vertice hanno presentato un documento comune. L’azione si concentrerà su temi che sono già all’attenzione del Parlamento come l’introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio nellaCostituzione(«ServizioStudi delle Camere, Corte dei Conti e Tesoro sono già al lavoro», ha anticipato Tremonti), la riforma assistenziale e fiscale e il taglio dei costi della politica già abbassati dalla manovra e dai decreti varati dal governo su auto blu e compensi. L’ammodernamento delle relazioni industriali è materia del ministro del Lavoro Sacconi, che ha formulato alle controparti varie ipotesi di rafforzamento della contrattazione aziendale e degli enti bilaterali in materia di collocamento e lottaal sommerso. Su questo campo ci sarà da superare l’ostilità della Cgil. Anche ieri il segretario generale Susanna Camusso ha manifestato la propria contrarietà a questo tipo di revisioni che costituiranno la base del futuro Statuto dei Lavori.
Altri punti focali saranno il potenziamento delle reti di imprese e dei distretti turistici (con un maggiore coinvolgimento dei fondi gestiti dalla Cassa depositi e prestitie dedicati alle pmi) e l’accelerazio-ne delle opere pubbliche già finanziate ma bloccate dalla solita burocrazia. In tale contesto si può inserire anche l’intenzione di garantire la spesa dei fondi strutturali europei per non perdere quest’anno sette miliardi di euro da dedicare non solo alle infrastrutture ma anche alla formazione professionale.
Come ha ribadito ancora una volta il ministro dell’Economia Giulio Tremonti «il pil non si fa per decreto» e comunque tutto questo percorso sarà un continuo « work in progress », gli ha fatto eco il titolare dello sviluppo, Paolo Romani. Restano perciò da superare altre prove, a cominciare da quelle dei mercati dopo l’ennesimo rovescio borsistico. «C’è stata una concordia mai notata in tutti gli incontri cui ho partecipato in 18 anni»,ha rilevato enfaticamente Berlusconi. E se per il segretario della Cisl Raffaele Bonanni comunque già questa maggiore collegialità è un segnale di discontinuità, la stessa presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha messo tra parentesi uno dei punti programmatici sui quali la convergenza non è totale. Privatizzazioni, dismissioni del patrimonio pubblico e liberalizzazioninonraccolgonoconsenso unanime. Ancora una volta la Cgil ha messo le mani avanti pur non rovesciando il tavolo come suo solito. Imprenditori e sindacatinon sono poi favorevoli a un anticipo dei saldi della manovra (chiesto pure dalla Bce) poiché «avrebbe effetti depressivi» sull’economia.
L’impressione è che il sentiero, nonostante l’obbligatorio affievolimento delle reciproche ostilità, sia comunque stretto.
A parte la responsabilità di Casini, il ripetersi della «tavolata» imprenditorialsindacale con le opposizioni ha sortito solo l’ennesimo attacco al Cav. D’altronde, lo stesso premier ha ribadito che nessuno in Europa «ha la bacchetta magica». Bisogna solo lavorare sodo e confrontarsi con l’irrazionalità dei mercati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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