Ecco perché la riduzione delle tasse è un bluff

Ecco perché la riduzione delle tasse è un bluff

«Voglio vedere come farà l’opposizione a votare contro l’abbassamento delle tasse». Lancia la sfida, Ubaldo Benvenuti, consigliere dell’Ulivo. Provoca il centrodestra, per cercare l’unanimità clamorosa e la beatificazione del decreto fiscale con cui la Regione toglie una piccola parte delle tasse in più che aveva messo due anni fa e per di più solo a una parte di cittadini. «Abbiamo rimesso a posto i conti della Sanità e ora abbassiamo le tasse», esulta, trovando però facce perplesse. Anzi, trova anche consiglieri che gli ribattono, gli sbattono in faccia la realtà. Due anni fa, questa giunta aveva aumentato sei tasse (bollo auto, Ire, Irap, accisa sulla benzina, tassa sull’università, bollo sul porto d’armi) con la scusa che Biasotti aveva lasciato la Sanità al collasso. E ora che Burlando ha rimesso tutto magicamente a posto che fa? Toglie solo una piccola parte di una delle sei tasse, cioè l’aumentino dell’Ire a chi ha un reddito tra i 13 e i 20mila euro annui. E quanto toglie? Meno di cinque euro al mese. Tutto il resto, tutte le tasse in più che dovevano servire solo a coprire il «buco» di Biasotti sulla Sanità, restano. Evidentemente per coprire lo stesso buco lasciato intatto da Burlando. O eventualmente aperto in un altro settore, pur volendo credere che la Sanità sia una meraviglia. E così Matteo Marcenaro (Udc, che poi si asterrà come An, Lega e Biasotti) fa l’elenco delle cose che non convincono, chiede di esentare dall’aumento dell’Ire anche le famiglie con disabili a carico ma con reddito oltre i 20mila euro. Lo stesso Burlando ammette che sarebbe il caso, chiedendogli però di non fare un emendamento, ma di proporre un nuovo ordine del giorno, perché sennò salta il decreto concordato con il governo. Cioè bisogna lasciare così com’è il decreto, perché i conti della Sanità sono così splendidi che il Bilancio della Regione resta commissariato.
E se Plinio e Morgillo (capigruppo di An e Forza Italia) spiegano come l’«inversione di tendenza» sulle tasse altro non è che uno slogan, visto che la maggioranza non toglie neppure quelle in più che lei stessa aveva messo appena due anni fa, Franco Orsi, consigliere azzurro (fermo sul «no» al decreto come tutta Forza Italia), entra duro anche su quella parvenza di riduzione. «Nessuna tassa in meno - chiarisce - ma solo uno spostamento di tassazione. Finora le tasse in più le pagavano tutte le famiglie, ora quel poco che risparmiano i cittadini, viene spostato sulle aziende. Infatti per recuperare i 12 milioni di euro “scontati” ai liguri, la Regione imporrà nel 2008 gli stessi 12 milioni alle aziende. Tra cui Carige, Erg, Poste. E tutti sanno che una tassa sul lavoro è l’ultima delle misure utili a far stare meglio i cittadini, sui quali verranno caricati i costi delle aziende». Burlando prova a contestargli che «è rischioso dire che 5 euro al mese in meno per chi guadagna 800 euro siano poca cosa». Ma Orsi smonta la farsa delle tasse ridotte con un esempio pratico quanto incontestabile. Grazie agli aumenti di due anni fa, chi ha un Suv, un fuoristrada da 40mila euro e più, si è trovato a pagare un aumento del bollo auto di circa 50 euro l’anno. «Chi ha una Fiat 127 special e non può certo essere considerato un riccone - affonda Orsi - paga ogni anno 118 euro in più di prima. Cioè il doppio dei 55 euro risparmiati da qualcuno». Una bastonata. La prova del bluff delle tasse ridotte e delle misure per i più deboli.

E c’è un’altra ammissione fatta dagli stessi Burlando e Benvenuti: se andrà tutto magnificamente anche in futuro, solo quella piccola parte delle «sovrattasse-Burlando-Pittaluga» inventate nel 2005 con la scusa della Sanità verrà ridotta anche per redditi fino a 25mila euro (nel 2009) e fino a 30mila (nel 2010). Tutti gli altri, la stangata, se la terranno tutta. Per sempre. alla faccia dell’inversione.

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