Il caso-Monica Puttini, lassessore allIstruzione inserita nella squadra del presidente della Provincia Alessandro Repetto, fa sempre discutere. Ma a Palazzo Spinola i problemi sono anche altri, osserva il consigliere di Forza Italia Lorenzo Zito, che pure non lesina censure per i «salti» da uno schieramento allaltro.
Comincia presto a sparare su Repetto, vero Zito?
«Ce ne sono i motivi. Intanto, ossequiosamente dopo che il Comune ha iniziato le sedute del Consiglio, anche la Provincia si è messa faticosamente in moto, completando il mosaico della giunta che ha creato più scontenti del progetto sul waterfront».
Bisogna affrontare un mucchio di problemi.
«Intanto, però, Repetto, recependo chiaramente i "messaggi non verbali" del nuovo sindaco (e temo che questi siano solo i primi di una lunga serie), si è affrettato a inserire in giunta un alto numero di donne. Non basta: troppo impegnato a magnificare questo nobile gesto, è riuscito a creare una tale confusione tra le deleghe degli assessorati che tutti si ritroveranno a dover fare tutto o, più semplicemente, a non fare nulla per non sconfinare nelle altrui competenze».
Dica la verità: Monica Puttini assessore non le va.
«Ecco cosa penso: tra le signore della giunta la "new entry" Monica Puttini, non volendo evidentemente vivere per sempre all'opposizione, ha dimostrato come possa risultare semplice e redditizio effettuare degli slalom tra gli ostacoli frapposti, talvolta in maniera gratuita, all'interno dei vari partiti».
Non è un caso isolato...
«È vero. Ma questo capita soprattutto laddove, chi è messo a "comandare" in virtù di interventi superiori, avverte il bisogno di esercitare una qualche forma di autorità. Capita che non tutti siano disposti a sopportare gli "ordini" e decidano di percorrere altre strade, lasciando i generali senza esercito o con i loro pochi "affezionati" dal carattere più mansueto che aspettano di ricevere, un giorno, il premio fedeltà».
Che fa, Zito? Sembra una critica trasversale. O no?
«Allora sarò ancora più chiaro. Monica Puttini ha cambiato bandiera passando da Forza Italia ad altri partiti fino ad arrivare allo schieramento opposto, e personalmente non condivido, perché la politica impone di saper affrontare anche profonde delusioni senza ricercare un'immediata rivalsa. Ma...».
Non ci tenga in sospeso. Lei giustifica il neo-assessore?
«Diciamo che ci sono stati altri che, pur non schierandosi col centrosinistra, hanno ritenuto di proseguire le proprie battaglie sotto un simbolo differente, restando comunque berlusconiani dentro: è proprio qui che a mio avviso si impone la riflessione stimolata dal Prof. Papini, ieri, sul Giornale. La dignità personale viene prima di qualsiasi ruolo e incarico».
Nessun coro stonato, però.
«Nei tanti anni in cui sono stato presente nell'organizzazione del mio partito, prima di lasciare ad altri il piacere di "tirare la carretta", ho visto arrivare tanti amici e tanti altri andarsene, anche in silenzio, senza alcuna pretesa, ma non ci si è mai curati di domandarsi il perché.
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