Internet a 100 mega per il 30% della popolazione entro il 2020. Lo promette Fastweb che prevede un investimento da 100 milioni per innovare la sua rete con un mix di tecnologie (Vectoring, GFast e Vdsl enhanced) che potranno portare la velocità della rete fino a 500 Mb. L'operatore che per primo aveva scelto la fibra per la sua rete, ora punta su quella, decisamente meno costosa, in rame. Da sottolineare che anche in questo caso la fibra c'è, ma solo fino al cabinet, la centralina che smista il segnale che proviene dalla centrale fino alla casa del consumatore finale. Il primo tratto è in fibra, il secondo, più capillare e costoso da realizzare, resta in rame. Con il risultato che, secondo stime Fastweb, una rete così fatta per il territorio italiano verrebbe a costare dai 3 ai 3,5 miliardi contro gli 11-13 di quella in fibra. C'è però un problema, o forse più di uno.
Il governo, infatti, spinge sulla fibra, per questo vorrebbe portare Telecom a comperare la quota di Metroweb in mano a F2i per poi investire insieme a Cdp, che detiene l'altra quota, nella rete in fibra ottica. Anche l'ex monopolista, in realtà, aveva tentato la via del Vectoring per velocizzare la rete in rame. Ma per questa tecnologia serve un accordo tra gli operatori ed esisterebbe un tavolo presso l'Agcom per verificarne la fattibilità. L'Authority, però, ha spiegato al Giornale , che per l'accrocchio accelerante presentato da Fastweb, con tecnologia Alcatel Lucent che la sta sperimentando presso molti grandi operatori europei, non serve nessun accordo tra gli operatori. Il tema è dunque dibattuto e qualcuno storce il naso perché, dice, la tecnologia proposta da Fastweb è ancora a livello di sperimentazione e non può garantire, in caso di uso condiviso da molti utenti, le stesse performance della fibra. Il superinvestimento sulla rete in fibra, per qualcuno, sembra così imprescindibile, anche se, non c'è dubbio, che quella proposta potrebbe essere una tecnologia di mezzo in attesa di reperire risorse per la fibra, anche tramite un contributo dei cosiddetti Ott. Che sarebbero gli «Over the top», da Apple a Facebook passando per Google, che hanno bilanci carichi di utili, realizzati grazie alla rete, ma che non vogliono contribuire alla realizzazione di un'infrastruttura migliore.
Fastweb, comunque, ci crede tanto che l'ad Alberto Calcagno ha invitato il governo a supportare gli investimenti per lo sviluppo della rete proposta, che poi sarebbe l'Fttc ( fiber to the cabinet ) che si contrappone all'Ftth ( fiber to the home ) ossia la fibra pura. «Solo così - dice - si possono raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale».
Per Calcagno la rete in fibra ottica richiede «caratteristiche particolari, come la densità degli abitanti, di conseguenza non può coprire tutto il territorio. Al contrario, l'Fttc è l'architettura di riferimento scelta dell'Europa perché più sostenibile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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