«Le accuse di Vivendi sono ridicole»

Pier Silvio Berlusconi: «Ora avranno più difficoltà a trovare un altro partner»

Cinzia Meoni

Le motivazioni addotte da Vivendi per svincolarsi dall'accordo con Mediaset per l'acquisto di Premium, la pay tv del Biscione, sono «ridicole». Lo ha detto Pier Silvio Berlusconi, ad di Mediaset, al Financial Times. «La lettera con cui Vivendi ha cambiato la propria offerta è stata completamente «out of the blue», praticamente un fulmine a ciel sereno, ha sottolineato il capo azienda del gruppo televisivo italiano, per poi aggiungere: «Tirare fuori la storia che non conoscevano i conti di Premium non regge, è ridicola. I contratti firmati sono vincolanti».

A fine luglio la francese Vivendi, primo socia di Telecom Italia (25% circa), ha comunicato di non voler più rispettare il contratto di acquisizione di Premium firmato l'8 aprile. L'accordo prevedeva uno scambio azionario del 3,5% tra Mediaset e Vivendi, a fronte della cessione di Premium a Parigi e di progetti di collaborazione industriale. A fine luglio i francesi hanno però cambiato le carte in tavola, facendo sapere di voler acquisire non più il 100% ma solo il 20% di Premium, e invece di puntare al 15% di Mediaset. I francesi si sono trincerati dietro a un «disaccordo» sul business plan di Premium, arrivando persino a bollare come «irrealistico» il pareggio di bilancio della pay tv nel 2018. Una accusa gravissima, per di più arrivata a Borsa aperta, a cui il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e presieduto da Fedele Confalonieri ha subito ribattuto annunciando il ricorso alle via legali sia in sede civile sia penale.

In particolare Mediaset ha ricordato ai francesi come il piano industriale di Premium, «con le annesse assunzioni di base» fosse in loro possesso «fin da inizio marzo 2016, oltre un mese prima della firma dell'accordo vincolante». Non solo. Vivendi aveva già avuto modo di studiare i numeri della pay tv nel 2014 quando alla fine, ad aggiudicarsi l'11% di Premium era stata Telefonica.

Dal canto suo Arnaud de Puyfontaine, numero uno di Vivendi pur dicendosi «disponibile al dialogo», ha dichiarato che «in assenza di una soluzione la società cercherà altre opportunità nel Sud Europa». Ma l'ad di Mediaset ha ribattuto: «Avranno maggiori difficoltà a trovare un altro partner rispetto a noi».

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