Ad Amazon la licenza postale. E sarà controllata dall'Agcom

Il gruppo Usa regola la sua attività: potrà fare anche il postino sotto la lente del Garante delle comunicazioni

Ad Amazon la licenza postale. E sarà controllata dall'Agcom

Amazon ha ottenuto dal Mise la licenza di operatore postale. E da oggi sarà sotto il controllo dell'Agcom, l'Autorità garante per le comunicazioni. Dopo le polemiche (e il conseguente accordo) sulle tasse non pagate in Italia, il gigante dell'e-commerce regolarizza un'altra situazione di criticità. E risolve così una partita aperta la scorsa estate con l'Agcom che l'aveva multata per 300mila euro per aver esercitato in maniera abusiva l'attività postale di consegna dei pacchi.

Nel dettaglio, il Mise spiega che ha dato ad Amazon la licenza generale (Aug) che prevede «raccolta, trasporto, smistamento e distribuzione degli invii postali otre i 2 chili, pacchi oltre i 20 e non superiori ai 30». Operazioni finite nel mirino del Garante perché svolte nei centri di distribuzione «di snodo interregionale» e nei depositi di Amazon Logistics.

Stando all'elenco sul sito del ministero, gli operatori legittimati a svolgere questa attività sono 4.463. Ma a fare la parte da gigante, oltre ad Amazon, è Poste Italiane. Di fatto però gli analisti non vedono impatti significativi sul gruppo guidato da Matteo Del Fante.

Questa licenza non riguarda, infatti, la «licenza individuale» (che ha invece Poste), con la quale si possono consegnare raccomandate, assicurate, posta fino a 2 chili (in pratica le lettere) e pacchi fino a 20. Per altro, Amazon e Poste hanno un accordo a cinque anni sul fronte della consegna dei pacchi: settore dove viaggiano a vele spiegate. E non forse un caso che proprio l'altro ieri, in occasione del Cyber Monday, Poste ha superato un milione di pacchi consegnati in un solo giorno.

Amazon, come spiega su Twitter il commissario Agcom Antonio Nicita, «sarà ora sotto la lente» dell'Autorità. Cui il gigante americano dovrà pagare una tariffa pari all'1,4 per mille dei ricavi relativi al servizio. «L'unico cambiamento che potrebbe mettere in atto Amazon in futuro spiega un analista è quello di farsi una propria rete di corrieri, ma questa strada per ora non sembra contemplata». La società, interpellata, non «commenta piani futuri». Insomma, le società di trasporto che collaborano con Amazon per ora possono dormire sonni tranquilli.

Non altrettanto si può dire, invece, di Google e Facebook. La società di Jeff Bezos sta per diventare una potenza anche nel campo della pubblicità online, minacciando i giganti della Silicon Valley.

Il retailer online è salito al terzo posto nella classifica di settore e, anche se al momento gestisce solo il 4% del mercato pubblicitario digitale degli Usa, ha raddoppiato le entrate: 5,8 miliardi di dollari, secondo eMarketer, e la sua vendita di spazi pubblicitari dovrebbe arrivare a 28,4 miliardi di dollari in cinque anni.

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