Ai cementieri fanno gola gli impianti dei francesi

Ai cementieri fanno gola gli impianti dei francesi

Il progetto di integrazione Holcim-Lafarge entra nel vivo mettendo in vendita, sul mercato, un ricco portafoglio di asset da 3,5 miliardi (pena lo stop dell'Antitrust alle nozze). Un'opportunità per le società cementiere di tutto il mondo. E, in Europa, per le tre italiane che, entro il 2015, quando la fusione sarà efficace, devono riorganizzarsi e fare massa critica per cercare di stare al passo con il nuovo colosso franco-svizzero in via di definizione. «Italcementi, Cementir e Buzzi Unicem si preparano a essere protagoniste di un nuovo risiko di settore - spiega un analista - ma non sarà facile perché sugli asset che stanno per essere messi sul mercato sono pronti a metterci le mani, come faine, i grandi fondi». In Europa, dove il mercato del cemento è stato a lungo afflitto da eccesso di capacità e dove vi è la maggior sovrapposizione tra le attività di Holcim e Lafarge (vedi il grafico in pagina) le aree interessate dal maxi piano di dismissioni reso noto ieri sono Austria, Francia, Germania, Ungheria, Romania, Serbia e Regno Unito. Fuori dall'Europa verranno poi i mercati di Canada, Mauritius, Filippine e Brasile.
Ma non solo, Holcim e Lafarge hanno lasciato intendere che ulteriori vendite potrebbero essere considerate, se necessario, per completare l'affare. Ma i big del cemento rischiano di dover vendere cara la pelle. In prima fila si sono già posizionati, infatti, Blackstone, Cinven e un fondo pensione canadese che, in cordata, starebbero esplorando un'offerta congiunta. Non mancano poi gruppi di peso come Apollo, Carlyle, Tpg Capital, Cvc, Kkr e Bc Partners.«Abbiamo avuto forti segnali di interesse di diversi tipi, anche se non abbiamo potuto ancora avviare negoziati specifici» spiega Rolf Soiron, il presidente uscente di Holcim.
In Italia, la situazione resta frammentata e delicata e, analogamente alle Tlc, alle utility e al settore aeroportuale, c'è una grande necessità di consolidamento. Gli analisti lo vedono con favore e indicano nella Cementir di Caltagirone, la società che potrebbe avere la maggiore forza per rilevare una parte degli asset in vendita. Cementir ha infatti un bilancio solido mentre, a esempio, Buzzi Unicem deve ancora abbattere parte del debito e Italcementi, per ora, resta nella terra di mezzo, tra i possibili interessati. Il gruppo guidato da Carlo Pesenti si sta rafforzando e proprio ieri ha concluso l'aumento di capitale da 500 milioni di euro.
In ogni caso, la strada da fare è tanta. Il nuovo gruppo che nascerà dalla fusione tra Holcim e Lafarge vale oltre 400mila tonnellate di capacità produttiva, ben sopra quello di Italcementi (60 milioni), di Buzzi (40 milioni) e di Cementir (15 milioni). «Per questo - continua l'analista - un consolidamento tra i tre appare come una via obbligata». A livello geografico, gli asset a cui potrebbe puntare Buzzi Unicem sono quelli di Germania, Repubblica Ceca e Usa, mentre nel caso di Italcementi, quelli di Francia, Marocco e Usa-Canada.


Quanto a Cementir, infine, Turchia, Italia e Scandinavia, le aree chiave del gruppo, non sono interessate dalla fusione tra i due big; per Caltagirone, dunque, potrebbe essere l'occasione per entrare in nuovi mercati.

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