Alitalia, altro prestito da 400 milioni

Il governo concede ossigeno fino al 31 maggio. Altolà di Bruxelles

Alitalia, altro prestito da 400 milioni

Alitalia, tutto da rifare. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha deliberato la concessione di un nuovo prestito da 400 milioni, l'ammontare già previsto dal decreto fiscale che però li vincola alla costituzione di una cordata. Il governo, infatti, intende indire un nuovo bando di gara, che verrà accompagnato da un piano di tagli e riorganizzazione per rendere la compagnia più appetibile. Secondo indiscrezioni, la ristrutturazione dovrebbe essere effettuata seguendo la falsariga del cosiddetto «piano Calenda» che l'ex ministro dello sviluppo non riuscì mai a varare per le opposizioni politiche. In pratica, Alitalia sarebbe separata in più unità operative delle quali una ricomprenderebbe piloti, assistenti di volo e assistenti di terra (con massima salvaguardia dell'occupazione), mentre nelle altre confluirebbero manutenzione e le altre attività. Gli esuberi sarebbero quantificabili tra un minimo di 3.500 e un massimo di 5mila. Il decreto fissa nel 31 maggio 2020, concedendo circa sei mesi di proroga, il termine ultimo per il trasferimento degli asset.

Sarebbe, invece, oggetto di valutazione la struttura del nuovo management. In pratica, occorrerà stabilire se confermare l'attuale struttura commissariale (indipendentemente dalla permanenza di Laghi, Paleari e Discepolo) oppure nominare una sorta di supercommissario manager affiancato da un vice. Il ministro dello sviluppo, Stefano Buffagni, ieri ha sostanzialmente alzato bandiera bianca sottolineando che è necessario ricominciare da capo. «Alitalia ha bisogno di una ristrutturazione, perché altrimenti è invendibile», ha dichiarato aggiungendo che «ci adopereremo per garantire la tenuta occupazionale, ma anche per renderla competitiva e appetibile, se facciamo le stesse cose che hanno fatto quelli precedenti non serve a nulla: per questo modificheremo una parte delle norme sull'amministrazione straordinaria».

Sebbene il ministro abbia escluso che tali orientamenti siano indirizzati a soddisfare le richieste di pretendenti del passato, è chiaro che una simile impostazione sarebbe molto gradita a Lufthansa che aveva sempre posto come precondizione per l'intervento (sia nel 2017 che di recente) una ristrutturazione della compagnia.

Dall'Ue, però, è già arrivato un caveat sul prestito: gli aiuti di Stato non possono essere concesse senza essere state prima notificate a Bruxelles e avere ricevuto l'ok.

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