Roma - La recessione allunga ombre inquietanti sul comparto dell’editoria giornalistica. Con un paradosso proprio di questo anomalo settore. Se è vero, come conferma il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, alla presentazione del rapporto La stampa in Italia (2009-2011), che le famiglie riducono fortemente la spesa di prodotti editoriali in periodi di congiuntura, è altrettanto vero che proprio in momenti di forte crisi cresce la domanda di informazione. Le nuove rilevazioni Audipress per il 2011 indicano, infatti, un incremento dei lettori dei quotidiani dell’1,8% (24,2 milioni di persone).
Anche i periodici, in misura più esigua (+0,2%), hanno visto aumentare il loro lettorato salito a 32,5 milioni. Cui va associato il boom registrato nel settore dell’informazione sul web. Tra il 2009 e il 2011 il numero degli utenti di siti web di quotidiani in un giorno medio è passato da 4 a 6 milioni, con un incremento del 50%. Nonostante il calo della diffusione (-2,6%), i ricavi della vendita delle copie cartacee hanno tenuto per gli aumenti dei prezzi intervenuti nel biennio 2010-2011. Nel 2011, il processo di forte riduzione dei costi - avviato già l’anno precedente - ha incontrato resistenze sia nella ripresa del prezzo internazionale della carta, con costi di approvvigionamento aumentati dello 0,5%, sia nei costi per servizi in crescita dell’1,5% (come ad esempio quelli postali), sia nel costo del lavoro che ha mostrato una stabilità di fondo (-1%). La nota più dolente - e non poteva non essere così in un periodo di forte restrizione dei consumi - è il trend negativo dei ricavi pubblicitari.
Anselmi: "I quotidiani tengono e fanno il boom su Internet"
La recessione allunga ombre inquietanti sul comparto dell’editoria giornalistica. Con un paradosso proprio di questo anomalo settore
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