Come dire no a un finanziamento a costo zero? Ancor di più quando le prospettive di metterlo a frutto sono particolarmente attraenti, a cominciare dalla retribuzione di azionisti sempre di affamati di colossali buyback e super dividendi. E infatti Apple, secondo indiscrezioni, pur custodendo in cassaforte miliardi di cash (si parla di 178 miliardi di dollari in liquidità), e chiuso pochi giorni fa un prestito da 6,5 miliardi di dollari, si appresta ad approfittare dei tassi negativi dei bond governativi svizzeri (ieri il decennale costava lo 0,081%) e a lanciare un prestito in franchi a 10-15 anni (si parla di un'emissione per complessivi 500 milioni). L'operazione, gestita da Goldman Sachs e Credit Suisse, dovrebbe esser portata a termine già in giornata. D'altro canto Microsoft, eterna rivale di Cupertino, si prepara a lanciare un bond da 7 miliardi di dollari per rifinanziare il debito e riacquistare azioni proporre a costi convenienti. La vera novità, tuttavia, arriva da Cupertino che, con l'emissione in franchi, potrebbe aggiudicarsi la palma del primo prestito societario a rendimenti negativi lanciato in Europa. In poche parole, gli investitori pagherebbero pur di prestare soldi ad Apple. «In genere i rendimenti di emissioni effettuate da aziende solide come Apple (Cupertino presenta un rating AA+/Aa1 ndr) non si distanziano eccessivamente da quelli dei titoli Stato che, per quanto riguarda la Svizzera, sono negativi persino sulle lunghe scadenze», dice Vincenzo Longo di Ig. Più probabilmente, il rendimento del bond in franchi di Apple si attesterà almeno a quota 0,5% posto che una recente emissione di Novartis a 15 anni ha registrato un rendimento dello 0,625%. È comunque ben comprensibile che un simile scenario sia di grande attrazione per il colosso fondato da Steve Jobs che si è trasformata in una vera macchina da bond (la società californiana ha emesso la bellezza di 35,5 miliardi di bond in dollari e 2,8 miliardi di prestiti in euro). Insomma finanziamento a costo zero. E non solo. Il rally recentemente corso dal franco svizzero potrebbe essere per Apple una carta in più da giocare, come spiega Matteo Paganini, chief analyst di Fxcm Italia. Se, infatti, si dovesse assistere, nel medio termine, a un ribilanciamento dei cambi sul franco, Cupertino probabilmente potrebbe guadagnare già dal solo effetto cambio. «È infatti probabile che la società, una volta incassato il prestito in valuta svizzera, proceda al cambio in dollari per poi, a scadenza del bond, compiere l'operazione inversa, beneficiando della presumibile rivalutazione del biglietto verde a medio termine», sostiene Paganini.
Una strategia che potrebbe essere quanto prima replicata da altre società «probabilmente statunitensi, visto che la dinamica dei tassi Usa rimane improntata al rialzo al contrario di quanto avviene in Europa», conclude Longo (Ig).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.