«Il bilancio consolidato non dà luogo, sotto il profilo giuridico, a un autonomo soggetto d'imposta»: pertanto le operazioni illecite commesse, secondo la Procura di Milano, dalle controllate di Unicredit vanno giudicate nei tribunali dove le controllate avevano sede. E, avendo esse sedi diverse, dove il reato è stato accertato: a Milano.
È questa la tesi con cui il procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha affrontato ieri la prima udienza del processo per il caso Brontos, le operazioni che avrebbero consentito a Unicredit di evadere tasse per centinaia di milioni. Sul banco degli imputati siedono venti imputati, tra cui l'ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo. Vicenda complessa, da specialisti del diritto fiscale. Ma prima ancora di entrare nel merito delle accuse, l'agguerrito collegio difensivo ha lanciato la battaglia per togliere il processo a Milano e trasferirlo per competenza a Roma.
Le operazioni, realizzate da Unicredit Corporate Banking, Unicredit Banca e Unicredit Banca di Roma, secondo i legali, hanno riversato i loro effetti (leciti o meno che fossero) nel bilancio della holding Unicredit spa, che ha sede a Roma: e lì, chiedono i legali, deve svolgersi il processo.
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