«Banca Generali non ha finito con lo shopping»

«Banca Generali non ha finito con lo shopping»

Banca Generali macina risultati e, anche nel 2014, si conferma ai vertici del business private in un contesto favorevole che promette nuovo sviluppo grazie ai tassi bassi e alla «crisi d'identità» delle banche. «Il tutto - racconta l'ad Piermario Motta al Giornale - senza lasciarsi sfuggire nuove opportunità di crescita dopo le acquisizioni di Credit Suisse Italia e Simgenia».

Lei è da 10 anni al timone di Banca Generali.

«Abbiamo fatto passi da gigante passando da 1 milione di utili a 161 milioni, per non parlare del valore del gruppo in Borsa che, dalla quotazione del 2006, è passato da 900 milioni a 2,8 miliardi».

E il 2014 com'è andato?

«È stato più che soddisfacente con un utile netto consolidato di 161 milioni (+14%), ricavi a 419 milioni (+14%) per masse totali che hanno toccato quota 36,6 miliardi. La crescita è di 7,5 miliardi sul 2013, già anno dei record. L'aumento delle masse si è peraltro concentrato in soluzioni d'investimento gestite, il 75% del totale della banca».

Come spiega la forte propensione al risparmio degli italiani? «Complice la volatilità dei mercati e la discesa dei tassi, la richiesta di consulenza di qualità è molto cresciuta. Il trend della raccolta, in gran spolvero anche nel 2015 (a gennaio +80% a 406 milioni), è la conferma di un Paese che oggi cerca alternative ai rendimenti prossimi allo zero di Bot e Btp».

I problemi delle banche, tra ristrutturazioni e rilancio, vi favoriscono?

«Ci hanno permesso di portare nel nostro gruppo diverse figure professionali di elevato standing che nelle banche in crisi non potevano più essere valorizzate. Inoltre la metamorfosi dello sportello, dove si vendono anche prodotti di largo consumo, ci dà più forza e credibilità».

L'integrazione con la rete italiana di Credit Suisse?

«Si è conclusa con il conferimento di 1,9 miliardi di asset e 50 nuovi nuovi private banker. Il bello è che abbiamo già ammortizzato i costi dell'operazione».

E lo shopping?

«Guardiamo a tutte le opportunità che si presenteranno sul mercato italiano dove abbiamo la forza per crescere ancora».

Guardiamo a 2015.

«Puntiamo al traguardo dei 2-2,5 miliardi di raccolta netta, ma potremmo fare anche meglio».

Anche sul fronte dividendi?

«In una situazione neutra è probabile che il pay out , dal 70% del 2014, si riavvicini all'80%.

Ma se ci saranno operazioni straordinarie faremo le valutazioni del caso. Siamo ampiamente sopra la media dei competitor. Concludo ricordando che nel negli ultimi 5 anni siamo stati il miglior titolo di Borsa passando da 6,27 a 25,21 euro».

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