Bitcoin senza più freni: sfondata quota 60mila Le mosse del Tesoro Usa

Ora c'è chi fissa l'obiettivo a 72mila dollari La Fed avverte: «Possibile rischio sistemico»

Bitcoin senza più freni: sfondata quota 60mila Le mosse del Tesoro Usa

Non sono solo i rendimenti dei bond sovrani la chiave per interpretare i timori di un surriscaldamento dell'inflazione. Ne è una ancor più plastica rappresentazione l'ascesa del Bitcoin, arrivato ieri a sfondare il muro dei 60mila dollari. L'ennesimo record. Stabilito, come al solito, dopo discese ardite e risalite altrettanto veementi. Volatilità estrema come cifra esistenziale, ma resta il fatto che in meno di due mesi e mezzo il valore della regina delle criptovalute è raddoppiato.

Gente come Elon Musk, patron di Tesla, ci ha messo soldi (1,5 miliardi in febbraio) e faccia (pubblico endorsement sul profilo Twitter) in quella che si sta rivelando una scommessa vincente e non più una roba da carbonari 2.0.

Finiti i tempi della diffidenza, ora la moneta elettronica è stata sdoganata da merchant bank, banche commerciali e corporation. Il mondo degli affari ha sentito profumo di denaro, e ora che già si parla di un prossimo balzo fino a 72mila dollari nessuno si accontenta di uno strapuntino. Solo posti in prima fila, anche se da vincere c'è ancora una sacca di resistenza al Tesoro, con il ministro Janet Yellen che lancia strali in continuazione contro il denaro immateriale.

Vecchia scuola ancorata al dollaro, quella dell'ex capo della Fed. Dove Jerome Powell, il suo successore, è più o meno della stessa opinione avendo già detto che le «criptovalute possano diventare un rischio sistemico per il dollaro». Senza però che nulla sia stato ancora fatto per varare una Central bank digital currency. Ma le recenti contorsioni di Jay di fronte alle domande su un possibile surriscaldamento dei prezzi al 3-4% entro giugno legato alla robusta ripresa prospettata negli Usa, hanno di fatto alimentato la corsa del Bitcoin e dei suoi derivati, la cui capitalizzazione supera ormai i 1.100 miliardi. Powell dovrà quindi essere meno evasivo quando, giovedì prossimo, sarà chiamato a dar conto delle decisioni prese dal Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale. Con un'avvertenza: più i tassi restano ancorati a zero e gli stimoli intatti, e più le crypto si ritagliano nuovi margini di crescita. Per la Fed, che non può neppure parlare di tapering, un rebus di difficile soluzione.

Anche perché, già a partire da questa settimana, gli americani cominceranno a ricevere i primi assegni da 1.400 dollari previsti dal piano di stimoli da complessivi 1.900 miliardi firmato giovedì scorso dal presidente Joe Biden. Un fiume di quattrini (si parla di una cifra attorno ai 400 miliardi) destinato ad alimentare la corsa agli acquisti forse già da questo mese e di sicuro a partire da aprile. Quando, con buona parte del Paese già vaccinato, l'America comincerà a mettere i primi mattoni per la ricostruzione del Pil, atteso a fine anno in crescita del 6%. Non è tuttavia escluso che una parte dei soldi incassati delle famiglie prenda anche la via dei mercati finanziari.

Se già i lockdown (e gli assegni staccati da Trump durante la prima fase della pandemia) avevano contribuito alla formazione di schiere di trader online impegnati a far correre tanto Gamestop quanto i titoli più «shortati» dai fondi speculativi, non è da escludere che un ulteriore radicamento del fenomeno mandi in orbita il Bitcoin e le sue sorelle.

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