La Fondazione Mps ha iniziato la «discesa». Ieri l’Ente presieduto da Gabriello Mancini ha reso noto di aver ceduto ai blocchi il 2,52% circa del Monte. Le vendite sono avvenute tra venerdì e ieri a un prezzo unitario compreso tra 0,38 e 0,4 euro per un controvalore che dovrebbe aggirarsi attorno ai 115 milioni di euro. In Borsa, Mps ha guadagnato l’1,87%.
I passaggi «fuori mercato» in più tranche confermerebbero che gli acquirenti sarebbero da ricercarsi in quel milieu di imprenditori toscani (e veneti), più volte sondati nelle scorse settimane da parte della stessa Fondazione e dei suoi advisor Rothschild e Mediobanca. Insomma, il processo di dismissione del 15,5% della banca guidata dal dg Fabrizio Viola è iniziato a tambur battente, praticamente in coincidenza con l’ok del Tesoro e delle banche creditrici (con Credit Suisse che per ultima ha seguito Mediobanca e il pool guidato da JpMorgan). A questo proposito va segnalato che sono «in fase avanzata» le trattative per il prolungamento dello standstill- in scadenza oggi- sino alla fine di aprile.
Ma la domanda da porsi, tuttavia, è un’altra. Cosa ne sarà del restante 13% che la Fondazione ha promesso di cedere per raggranellare fino a 700 milioni e soddisfare i creditori che l’hanno finanziata per seguire gli aumenti di Mps? A breve il fondo Equinox- al cui vertice c’è Salvatore Mancuso - dovrebbe formalizzare un’offerta, accompagnato da altri investitori, anche privati, giacché la sua capacitàdi investimento diretto è limitata a 45 milioni di euro.«Equinox è interessata a trovare un’intesa con la Fondazione per salire il più possibile nel capitale dell’istituto », ha ribadito ieri Mancuso a Mf-Dow Jones , confermando l’intenzione di avere «voce in capitolo» nella governance.
Non è un mistero, tuttavia, che il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, il quale ha rilevante «peso politico» nella Fondazione, non gradirebbe l’ingresso di un azionista così pesante, in grado di scompaginare equilibri ormai consolidati nel capoluogo toscano. La successione di Giuseppe Mussari alla presidenza del Monte sembra, infatti, un capitolo chiuso con la designazione (ufficiosa) dell’ex numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo. E non è un mistero che lo standstill agreement , se prorogato, scadrebbe dopo il termine ultimo per il deposito delle liste (2 aprile) per il rinnovo del cda di Mps da parte dell’assemblea che si terrà il 27 del mese prossimo.
Ecco perché la possibilità di ulteriori passaggi ai blocchi, così come il collocamento veloce ( accelerated book build ) presso investitori istituzionali, non possono essere scartate a priori. Analogamente, non sono mai stati interrotti i contatti con imprenditori molto liquidi, come Malacalza e Seragnoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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