«Le nuove tariffe sono soltanto delle proposte. Non c'è niente di nuovo dietro l'angolo. Ci sarà una grande discussione in proposito. La nostra intenzione è quella di non punire nessuno, intendiamo aprire i mercati, gli investimenti e abbassare le barriere».
Parole dolci come miele per le Borse, quelle parole pronunciate ieri da Larry Kudlow, il nuovo capo dei consiglieri economici della Casa Bianca. Frasi da autentica colomba che hanno innescato un rally in Europa, dove i rialzi sono stati superiori al 2% (+2,35% Milano, mentre Francoforte ha sfiorato un +3%), e il rialzo degli indici anche a Wall Street (+0,7% a un'ora dalla chiusura). I mercati sembrano insomma scommettere che, nonostante i dazi annunciati da Usa e Cina per un valore complessivo di 100 miliardi di dollari, Washington e Pechino troveranno un'intesa in grado di evitare una guerra commerciale. Tanto ottimismo è in parte giustificato dal fatto che i due contendenti non hanno ancora stabilito se e quando introdurre le misure punitive e dall'ultimo discorso di Donald Trump nell'ambito di una discussione sulla riforma fiscale in West Virginia: gli Stati Uniti avranno con la Cina «una relazione fantastica nel lungo periodo».
Non mancherebbero, quindi, nè i margini nè il tempo per cominciare a negoziare prima che qualcuno si faccia davvero male, come peraltro lasciato intuire mercoledì dal segretario di Stato Usa ad interim John J. Sullivan e dall'ambasciatore cinese a Washington Cui Tiankai, d'accordo sull'importanza di perseguire una relazione «costruttiva» che porti a un «equilibrio» nei loro legami economici. C'è però da considerare anche il problema di comunicazione che riguarda la Casa Bianca. Controbilanciando i toni da colomba di Kudlow, è intervenuto sempre ieri il consigliere del presidente Usa, Peter Navarro: «L'aspettativa è che al termine di 60 giorni avremo l'imposizione delle nuove tariffe».
L'altro problema sono i rapporti con l'Europa, messi a nudo proprio da Trump, secondo il quale l'Ue è «fortemente
contro» gli Usa in ambito commerciale. «È quasi come se non potessimo fare business» nel Vecchio Continente. La Ue «spedisce le sue auto qui, spedisce di tutto ma non vuole prendere i nostri prodotti. Non possiamo permetterlo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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