L'ordine impartito da Bankitalia di fare «pulizia totale» su tutte le partite del passato, comprese quelle con la famiglia Ligresti, e di alzare il livello di copertura dei crediti spedisce la Popolare di Milano in rosso per 429,7 milioni dopo 360 di svalutazioni. I conti del 2012 hanno tenuto ieri impegnato per quasi tutta la giornata il consiglio di gestione dell'istituto lombardo, insieme al previsto aumento di capitale da mezzo miliardo con cui l'ad Piero Montani rimborserà i Monti-bond ancora in cassaforte, prima che con lo step up di giugno scatti un aggravio di 50 milioni in termini di interessi: l'operazione è garantita da Barclays, Db, Jp Morgan, Mediobanca e Akros.
Le risorse raccolte riporteranno il Core Tier One sopra il livello di guardia fissato dall'Eba (10,1%) rispetto all'8,38% conseguente al colpo d'accetta delle svalutazioni. In attesa dei conti, Bpm ha ceduto in Borsa il 5%, con una caduta appesantita dall'incubo Cipro. Azzerati gli avviamenti, Piazza Meda riparte però con un risultato di gestione che migliora del 66% a 575 milioni, una raccolta in crescita del 10% e impieghi stabili (-2%). Il piano esuberi (882 uscite) è costato 213 milioni per sostenere i pre-pensionamenti sul Fondo.
E Montani ha sottolineato come la banca sia in «forte vantaggio» sulla tabella di marcia. Sempre ieri il Cdg ha approvato le linee guida del progetto coltivato dal presidente Andrea Bonomi per trasformare Bpm in una «Spa ibrida», con l'assegnazione di azioni gratuite ai dipendenti e la nascita di una Fondazione onlus (10 milioni di capitale, e un contributo annuale della banca pari al 5% degli utili) con compiti cooperativi. Resta la governance duale, ma con un Cds dimagrito a 15 posti (da 19), e un Cdg ampliato da 5 a 7 voci. L'atto definitivo è atteso entro fine mese e la decisiva assemblea dei soci ai primi di agosto. Il salto a Spa, ha detto Bonomi, consentirà a Bpm di «restare indipendente e di puntare a un ruolo di eccellenza nel panorama delle banche di territorio». Le parti sociali restano, però, in attesa del reale orientamento di Bankitalia.
Prosegue in parallelo la spending review di Montani sulla struttura organizzativa della sede centrale, che ha portato all'eliminazione di oltre 150 poltrone «inutili». Il progetto è stato calato nel concreto il 4 marzo, dopo che il venerdì precedente il banchiere aveva annunciato ai dipendenti il «nuovo modello di Sede». Le strutture saranno attivate in modo scaglionato in quattro lotti, di cui il primo è operativo e comprende Comunicazione , Investor relator, General Counsel, Organizzazione e Risorse umane.
In base a quanto si legge in un documento interno, sarà quindi la volta di «Mercato» e «Operations» per quanto riguarda gli Acquisti e gli Immobili (lotto 2); quindi Chief financial officier e il resto dell'«Operations» (lotto 3).
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