Banca della Svizzera Italiana (Bsi) continua dare il tormento a Generali. Nonostante la cessione al fondo brasiliano della partecipazione Btg Pactual, avvenuta lo scorso settembre sulla base di accordi risalenti a luglio 2014, Bsi rimane fonte di costosi grattacapi per il colosso assicurativo. Eredità lasciata dall'ex ad Mario Greco, dimessosi improvvisamente un paio di mesi fa, al nuovo management guidato da Philippe Donnet. Che dovrà rifare una parte dei conti relativi alle dismissioni tanto celebrate dal gruppo triestino.
È di ieri la notizia che Btg ha presentato a Trieste il conto per possibili perdite legate al fondo pubblico di investimenti malese 1Malaysia Development Bank (1Mdb), di cui Bsi gestiva dei conti a Singapore. Il fondo malese è al centro di inchieste internazionali per il sospetto che possa essere stato utilizzato da esponenti politici del Paese per distrarre i fondi dalle casse pubbliche e indirizzarli verso i propri conti corrente. La scorsa settimana Stefano Coduri, cfo di Bsi, ha annunciato la chiusura dell'attività in Malesia mentre sia 1Mbh sia il governo malese hanno negato irregolarità.
Trieste si dice tranquilla. «Generali non ha ricevuto da Btg alcuna richiesta che presenti gli elementi, richiesti dal contratto di compravendita, che facciano scattare un obbligo di indennizzo» è il commenta di un portavoce del gruppo, che aggiunge: «La richiesta ricevuta da Btg, tra l'altro, non presenta la quantificazione di alcun danno né fornisce alcuna evidenza a supporto della possibile violazione» del contratto. Insomma potrebbe trattarsi semplicemente di un tentativo del fondo brasiliano di mettere le mani avanti con la richiesta di un non meglio identificato indennizzo, in attesa che il caso si risolva.
Peccato tuttavia che il nodo malese sia solo l'ultimo di una serie di dispiaceri scaturiti dalla cessione di Bsi, un'operazione fortemente voluta da Greco nell'ambito del piano di dismissioni destinato a rafforzare la base patrimoniale del gruppo.
Già la vendita era stata sofferta anche se, alla fine, l'accordo era stato trovato per una per una valorizzazione di Bsi di 1,24 miliardi di franchi. Ma solo in parte in contanti (915 milioni di euro) e il resto in azioni Btg. All'epoca il mercato aveva persino brindato al successo dell'operazione.
Qualcosa tuttavia è andato storto o non è stato debitamente considerato. Dapprima il Leone di Trieste è stato invitato da Btg a farsi carico di 195 milioni di multa per chiudere un contenzioso con la giustizia Usa, peraltro messo in conto. Non solo. A pochi mesi dall'operazione, poi, i titoli Btg ricevuti da Generali sono crollati a picco in seguito allo scandalo Petrobras e all'arresto di André Esteves, ex direttore finanziario e azionista del fondo. Il risultato? Una svalutazione di 90 milioni di euro per le azioni in portafoglio alle Generali.
L'ultimo smacco è stato infine l'accordo per rivendere la Banca della Svizzera italiana, raggiunto a febbraio tra Btg Pactual el la Efg di Zurigo, per 1,33 miliardi di franchi svizzeri. Cento milioni in più rispetto al prezzo accettato, sei mesi prima, da Trieste.
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