Politica economica

Cade il Pil europeo, ma la Bce non molla

Bruxelles taglia le stime di crescita allo 0,8%. Lagarde insiste: «Niente decisioni affrettate sui tassi»

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Missione impossibile per l'ex Ilva. Le ultime ore che separano il polo siderurgico di Taranto dall'amministrazione straordinaria sono sempre più tese e secondo quanto appreso da il Giornale, se nulla dovesse cambiare oggi tra i soci, il presidente di Acciaierie d'Italia Franco Bernabè (in foto) volerà domani a Londra per trattare direttamente con i Mittal, la famiglia a capo di Arcelor Mittal (socio privato di Ilva al 62%).

Una ultima disperata mossa decisa dopo il nulla di fatto sul fronte legale, nonostante il continuo confronto in atto tra gli avvocati dei soci di Acciaierie d'Italia (gli studi Chiomenti per Invitalia e Gianni-Origoni-Grippo per Mittal). Il socio pubblico ritiene che Mittal stia sostanzialmente bluffando e le posizioni esposte negli incontri settimanali lo dimostrerebbero: una manleva sull'operato dei vertici, a iniziare dall'amministratrice delegata Lucia Morselli, e il no a una due diligence dei conti con l'accesso alla data room solo in presenza di un nuovo management. Se non ci sarà un ravvedimento entro le prossime 72 ore, Invitalia ha pronta la lettera da inviare al ministero delle Imprese per chiedere l'avvio dell'amministrazione straordinaria che sarebbe poi comunicata ai sindacati nell'incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi.

Prima Bernabè tenterà in extremis di convincere i Mittal a scendere a patti, evitando così una lunghissima e pericolosa causa con lo Stato Italiano. Ma che le possibilità siano poche lo si capisce dal fatto che ora il governo ha iniziato a muoversi concretamente per comporre una terna di commissari destinata a gestire l'acciaieria fino all'ingresso di un nuovo eventuale socio.

Intanto ieri Il Consiglio di Stato, al termine della camera di consiglio del 13 febbraio 2024, ha accolto l'appello cautelare presentato da Acciaierie d'Italia Spa per la sospensione dell'ordinanza del Tar della Lombardia sulla fornitura di gas ad Acciaierie d'Italia da parte della Snam, rinviando la decisione definitiva alla pronuncia di merito da parte del Tar Lombardia. Il Consiglio di Stato, il 18 gennaio scorso, aveva sospeso l'ordinanza del Tar della Lombardia sull'interruzione della fornitura di gas ad Acciaierie d'Italia da parte della Snam.

In questo modo aveva fatto venire meno la possibilità per Snam di interrompere le forniture a causa dei mancati pagamenti.

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